Sicilia, isola degli spettri di ieri e di oggi
Le sue “passeggiate narranti” sono ormai un “piccolo cult” .per quegli agrigentini che nella storia di “Akragas-Kerkent-Girgenti-Agrigento” amano addentrarsi
“L’isola spettrale. Guida immaginifica ai fantasmi di Sicilia” scritto dall’agrigentino Beniamino Biondi, (pubblicato dalle edizioni Il Palindromo nella prestigiosa collana Kalispéra diretta da Rosario Battiato, che ha curato la prefazione al volume).è l’ultima fatica letteraria di un civil servant che da anni continua a valorizzare, capire e spiegare questa nostra città.
Le sue “passeggiate narranti” sono ormai un “piccolo cult” .per quegli agrigentini che nella storia di “Akragas-Kerkent-Girgenti-Agrigento” amano addentrarsi.
E l’altra sera una certa città, nel chiostro del Museo di san Nicola, è accorsa numerosa per prendere atto di questo nuovo libro che, calibrando lo spessore emotivo delle parole, ci ripete con la soffusa voce protestante dell’ibseniano Manders degli “Spettri”:” io credo che tutti noi non siamo nient’altro che spettri… in noi continua a circolare e a scorrere e a vivere non soltanto ciò che abbiamo ereditato dai nostri genitori, ma anche tutti i pensieri immaginabili che sono già stati pensati, le vecchie credenze morte e sepolte, ogni specie di cose antiche e defunte a cui un tempo si è prestato fede e così via, in una catena senza fine. Fantasmi senza vita che però si annidano nel sangue, e che noi non possiamo scacciare”.
Gli spettri sono ovunque e Salvatore Ferlita che ha presentato (moderatrice la giornalista Daniela Spalanca) il libro dopo avere scritto una lunga recensione su Repubblica, addirittura rincara la dose e dice sic et simpliciter che gli spettri che oggi circolano in Sicilia fanno più paura di quegli spettri che si annidano nei diruti castelli, nelle vecchie abbazie , nei cadenti palazzi della borghesia visitati da Biondi.
Un libro quindi che con una propria coerenza interna ci invita a riflettere come ogni cosa abbia un’eredità inalienabile di cui dobbiamo render conto. E questo registro ricalca il prefatore Roberto Battiato quando fa notare che “c’è un filo ectoplasmatico che attraversa le storie di questa guida spettrale, cucendole le une alle altre, fino a realizzare una specie di galleria fotografica in negativo della Sicilia. Anfitrione di questo occulto museo degli orrori è Beniamino Biondi che incanta e seduce con una collezione di fantasmi che sorgono dagli scantinati del racconto popolare, s’inerpicano sulle lastre scivolose della storia e s’abbarbicano su alcune delle più cruenti tragedie della memoria collettiva dell’isola. È qui, in questo interstizio tra la vita e la morte, che s’insinua la scrittura pregiata e levigata di Biondi, ritmata da rimandi a echi lontani e alla sontuosità di uno stile che pare materia sulfurea esso stesso; le sue parole ingozzano le ombre di sostanza viva e contemporanea, ricollocando i fantasmi nella meraviglia e nel raccapriccio del lettore di oggi”.
Il libro risulta tra i volumi di maggiore successo di vendita in questa stagione e gli editori de Il Palindromo – Francesco Armato e Nicola Leo, presenti l’altra sera con il “lettore-medicartista” Salvatore Nocera Bracco, hanno già approntato un piano di presentazioni in Sicilia e nel territorio nazionale. Potrebbero anche cogliere l’occasione per spingersi tra le brume nordiche e portare il libro al morente Oswald spettro ibseniano degli “Spettri” condannato in eterno a invocare “Mamma dammi il sole”. Quello di Sicilia (e di Biondi) però.