Agrigento

La scoperta del surf a San Leone nelle foto di Peppe Greco

24 foto del surf sulle onde del litorale di San Leone.

Pubblicato 2 anni fa

Spiazza tutti Peppe Greco con le sue 24 foto del surf sulle onde del litorale di San Leone.

E mentre i suoi amici fotografi agrigentini erano tutti “fissati” a fotografare Sagre dei mandorli, teatro, Vie Crucis e san Calò, lui, el Greco, andava ad appostarsi all’alba sulla spiaggia con la complicità di suggeritori surfisti impenitenti, ad attendere l’onda che arrivava e la cui cresta veniva cavalcata dall’atleta di turno.

Appostamenti e tentativi che si sono svolti nell’arco di ben due anni e le cui immagini (in mostra fino al 15 agosto) hanno trovato l’utilizzazione finale presso l’hotel Dioscuri Bay Palace di San Leone con la presenza di Tommy Lopez, surfista pregevole e navigato, il fotografo Massimo Palamenghi e la presentazione trainante del giornalista Mimmo Vecchio.

“Ventiquattro fotografie – precisa Peppe Greco – che vogliono raccontare il surf nella zona balneare di Agrigento, i cui luoghi ben si adattano a questo sport creduto possibile solo in luoghi lontani. La bellezza delle nostre spiagge fa da sfondo a questa pratica sempre più in crescita e che merita di essere raccontata. Ventiquattro mesi, tra mareggiate invernali dove le onde raggiungo dimensioni considerevoli, tra albe freddissime e tramonti stupendi i surfisti local si godono tutto questo apprezzando ogni singolo momento di gioia quando riescono a cavalcare l’onda giusta o restano in attesa della successiva”.

Ma statene certi che Peppe Greco oltre a fare concorrenza all’esercito che in questi giorni pattuglia il litorale a causa dell’inquinamento, non smetterà di pattugliare e avvistare le onde cavalcate dai surfer. 

Bisognerà però alzarsi all’alba che, a detta dei fotografi, offre ai teleobiettivi le condizioni di luce migliore con i raggi del sole nascente. 

Dove Greco non troverà concorrenti sono i palazzetti dello sport dove lui da anni ormai fotografa i salti e i lanci del basket  con “occhi, cervello e cuore” come ha ricordato nel suo intervento Massimo Palamenghi.   


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