Agrigento

La Kolymbethra ricorda Pier Paolo Pasolini

Felice novità della serata l'esordio teatrale, del giovane Tito Aronica

Pubblicato 2 anni fa

“Sono sempre  d’accordo con Pasolini anche quando ha torto”. 

Basterebbe questa frase epigrafe di Leonardo Sciascia per definire la grandezza dell’eretico e corsaro Pier Paolo Pasolini che la Kolymbethra (insieme al Fai e al Centro Pier Paolo Pasolini che così esce fuori da un poco nobile letargo) ha voluto ricordare nel centenario della nascita. 

Una frase che Beniamino Biondi, curatore dello spettacolo alla Kolymbethra e attento esegeta e narratore, ha recuperato da una breve sequenza filmata dove lo scrittore di Racalmuto, nato un anno prima di Pasolini, consegna ai posteri tutta la verità e grandezza dello scrittore di Casarsa del Friuli.

Ma non solo questo: Biondi ha riservato allo spettatore e con rapida sintesi ci ha ricordato molti dei temi pasoliniani a cominciare dalla “forma delle città” dove la laziale Orte e Sana capitale dello Yemen sono scrigni di bellezza deturpati dall’avidità e dal consumismo, tema quest’ultimo profetico e devastante per oggi e gli anni a venire. 

Un documentario, quello su Sana girato dallo stesso Pasolini che si appella disperatamente all’Unesco per la salvaguardia della città yemenita e che crocifigge l’inadempienza attuale dell’occidente e della contraddittoria Italia che fornisce armi e ipocriti aiuti ad uno Stato che l’Arabia Saudita e il terrorismo continuano a massacrare.

A comporre un quadro più esaustivo dello spettacolo allestito nella splendida e afosa Kolymbethra sono stati chiamati attori nostrani molto apprezzati come Gaetano Aronica e Marcella Lattuca.

Felice novità della serata un esordio teatrale, quello del giovane Tito Aronica che il padre Gaetano ha voluto accanto a se, indirizzandolo nella interpretazione di Riccetto, un dei più famosi “ragazzi di vita” pasoliniani che battibecca con una Marcella Lattuca perfetta nel ruolo (e nel romanesco) di Mamma Roma. 

Toccanti e piene di rabbia le parole di Biondi e le letture di Aronica quando ci hanno rimandato a un Pasolini (che l’Italia ha ucciso) poeta, narratore, saggista, giornalista, regista… personaggio scomodo, amato… odiato… processato, perseguitato con sistematico accanimento giuridico (35 processi), infangato, barbaramente ammazzato per quella sua grande capacità di saper essere contro e che oggi (e sempre) potrà ancora dire qualcosa soprattutto ai giovani che lo leggono.

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *