“Il padre della sposa” riapre il Teatro Costabianca di Realmonte (foto)
Nell’America anni 50 il libro “Il padre della sposa” risultò il più letto quasi che la middle class, cui la storia si riferiva, volesse fare un bagno di verità senza scomodarsi per andare dallo psicanalista. Rincarò poi la dose il regista Vincente Minnelli con l’omonimo film che consacrò diverse attrici e soprattutto la gloria di […]
Nell’America
anni 50 il libro “Il padre della sposa” risultò il più letto quasi che la
middle class, cui la storia si riferiva, volesse fare un bagno di verità senza
scomodarsi per andare dallo
psicanalista.
Rincarò
poi la dose il regista Vincente Minnelli
con l’omonimo film che consacrò diverse
attrici e soprattutto la gloria di Minnelli, il cui film ancor oggi è
considerato tra i 100 maggiori della storia del cinema. Fu allora che
divenne uno slogan esorcizzante la diceria “L’amore è una cosa meravigliosa…. finchè
non capita a tua figlia”.
Ed è appunto quello che capita a Sandro (e a molte delle nostre sicule
famiglie) quando la figlia, trepidante di felicità, gli rivela che il ragazzo
americano di cui è innamorata la vuole sposare. Una rivelazione che apre la
“danza macabra” o se si vuole anche sardonica del padre che non vuole vedersi
sottrarre la figlia e insieme a lei un buon pacchetto di milioni per realizzare il fasto della cerimonia
nuziale. In controcampo si colloca la
madre che con saggezza matriarcale si rivela molto più pragmatica e comprensiva
addolcendo le sfuriate e i dilemmi del consorte.
E qui la coppia Enzo Minaldi e Giusi Collura domina la scena con grande misura che denota il polso del regista Renato Terranova che da anni ormai cura il Gruppo teatrale Caos ”Città di Porto Empedocle”. Addirittura Minaldi si concede con sobrietà movenze alla De Sica-Totò che colorano di vintage molte delle scene dove il sardonico e l’amara tenerezza serpeggiano tra le due famiglie degli sposi. Addirittura punte sardonico-farsesche si raggiungono nei dialoghi tra Mariapia Zerilli e il padre della sposa insieme a un contorno di altre figure (come Annalisa Di Salvo, Alessandro Cutaia, Totò Cutaia, Elisa La Rocca e Giovanni Butera) che non sembrano mai minori in virtù di una regia che riserva loro l’attenzione dovuta.
Il ritmo serrato e l’ordine di non strafare nonostante gag, battute e
allusioni a portata di mano, fanno di questa commedia, che ha inaugurato il
Teatro di Costabianca, un bel cammeo che precede la variegata serie degli altri spettacoli in cartellone organizzati
quest’anno da Emanuele Farruggia. Si prosegue il 4 con “Un ladro per
amico”, il 10 con Manlio Dovì, il 13 con Milici e Mandreucci, il 16 con Toti e
Totino fino al 3 settembre con spettacoli leggeri come una piuma.