Sicilia

La prevenzione sul lavoro entra tra le materie di educazione civica nelle scuole

Il segretario regionale della Sicilia e vice presidente nazionale: “Ora lavorare su un credito d’imposta del 50% per le aziende virtuose che rispettano le norme”

Pubblicato 25 minuti fa

Da sempre Conflavoro è convinta che prevenzione e conoscenza siano un binomio che può e deve consolidarsi, a partire dai banchi di scuola. L’approvazione definitiva alla Camera della proposta di legge dell’onorevole Walter Rizzetto, che introduce l’insegnamento della sicurezza sul lavoro nelle scuole, segna una svolta storica per la cultura della prevenzione nel nostro Paese “in particolare in Sicilia”, dice il vice presidente nazionale e segretario regionale dell’associazione datoriale, Giuseppe Pullara  guardando i dati pubblicati dall’Inail per il periodo tra gennaio e dicembre 2024. Nell’isola cresce del 24,6%, il numero di incidenti mortali: nel 2024si sono verificati 81 decessi sul lavoro,rispetto ai 65 del 2023. In aumento anche il numero complessivo di denunce di infortunio sul lavoro: registrati 26.454 incidenti sul lavoro, contro i 25.914 del 2023.

“Il senso di responsabilità, l’adeguata informazione sui diritti e doveri dell’individuo di fronte alle norme e gli strumenti posti a difesa di ogni singola persona- afferma Giuseppe Pullara– rappresentano quel doveroso salto culturale in materia di sicurezza che già sui banchi di scuola è possibile costruire. Formare i giovani per educare anche gli adulti e sensibilizzare così, non solo coloro che saranno i lavoratori e gli imprenditori di domani, ma, tramite loro, trasmettere le competenze acquisite ai propri familiari”. 

Il provvedimento approvato alla Camera, che coinvolgerà gli istituti di ogni ordine e grado, mira a formare, sin da giovani, cittadini consapevoli dell’importanza di lavorare in ambienti sicuri e rispettosi delle norme.

Conflavoro chiedeva da anni alla politica un impegno in questa direzione, ritenendo il coinvolgimento delle scuole uno step irrinunciabile per iniziare a parlare concretamente di cultura della sicurezza. 

Facendo eco alle parole del presidente nazionale di Conflavoro, Roberto Capobianco, il vice presidente afferma: “Ora serve di più, ovvero, un credito d’imposta del 50% per le aziende virtuose che rispettano le norme per favorire la sicurezza nelle aziende. Una misura che la nostra associazione chiede da tempo”. 

I DATI IN SICILIA

Palermo è la provincia con il più alto numero di decessi: 20 nel 2024, rispetto ai 16 dell’anno precedente.Catania segue con 18 morti, segnando un incremento rispetto ai 14 del 2023. Trapani ha registrato 9 decessi, più del doppio rispetto ai 4 dell’anno precedente.Agrigento e Caltanissetta hanno visto crescere i numeri, passando rispettivamente da 3 a 8 e da 1 a 7 decessi. Messina, invece, ha visto un lieve miglioramento, con 9 morti rispetto ai 12 dell’anno precedente. Ragusa passa dai tre decessi dell’anno 2023 ai quattro nel 2024, mentre Siracusa e Enna hanno visto una riduzione dei decessi (rispettivamente da 9 a 6 e da 3 a 0). 

Il maggior numero di incidenti si è verificato “in occasione di lavoro”, con 21.712 casi nel 2024, mantenendosi sostanzialmente stabile rispetto ai 21.709 del 2023. Tuttavia, un dato allarmante è l’aumento degli infortuni “in itinere”, ovvero quelli avvenuti nel tragitto casa-lavoro, che sono passati da 4.205 a 4.742 in un anno. Tra questi, quelli che hanno coinvolto un mezzo di trasporto sono cresciuti significativamente, passando da 2.147 a 2.660, sottolineando quanto le strade siciliane siano pericolose per i lavoratori pendolari. Tra i settori più esposti al rischio di infortuni dal report emergono l’edilizia, la sanità e il commercio. Catania è la provincia con il numero più alto di infortuni: 7.361 denunce nel 2024, rispetto alle 7.020 dell’anno precedente. Qui si registra un forte incremento degli incidenti in itinere, complice l’intensificarsi del traffico urbano e interurbano.

Palermo rimane tra le province con il più alto numero di incidenti sul lavoro: 6.039 casi nel 2024, in crescita rispetto ai 5.878 del 2023. L’incremento si concentra principalmente nei settori dell’edilizia, della sanità e del commercio.

Siracusa è tra le province con un aumento significativo di infortuni, passando da 1.980 a 2.034 casi, con un impatto notevole nei comparti manifatturiero e dei servizi.

Caltanissetta ed Enna, invece, hanno visto un incremento più marcato. Caltanissetta è passata da 1.241 a 1.331 infortuni, mentre Enna ha registrato 775 casi nel 2024, contro i 725 dell’anno precedente.

Messina, che aveva registrato 3.223 infortuni nel 2023, ha visto una lieve diminuzione, attestandosi a 3.123 nel 2024. Tuttavia, i settori dell’industria e dei trasporti continuano a essere tra i più colpiti.

Anche Ragusa, con 2.180 infortuni nel 2024, vede una diminuzione rispetto al 2023 dove i casi rilevati sono stati 2.223 nel territorio provinciale.

Agrigento e Trapani mostrano una stabilità nei numeri: rispettivamente 1.755 e 1.856 infortuni nel 2024, con variazioni minime rispetto al 2023.

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