Tutti in fila come alla “Focetta” il dancing dell’Agrigento “salottiera” anni 60
Diego Romeo e Paolo Cilona conversano nella “Sicilia agrigentina”
Agrigento, città metafora. Sessanta anni dopo il “caso Tandoy” (teatralizzato in un modo che poco aiuta a ricercare identità e cultura) è cambiata in meglio o in peggio ?
“Non è cambiata affatto. Anzi a mio modo di vedere è peggiorata. La gente operosa e perbene resta ai margini, mentre gli amici degli amici, i galoppini, in particolare, traggono benefici di ogni sorta. E proprio in occasione dell’evento “Tandoy” al teatro Pirandello, il personale all’ingresso era munito di un lungo elenco di persone da fare accomodare in sala. La stessa lottizzazione di biglietti omaggio che veniva praticata all’ingresso della “Focetta”, mitico dancing dell’Agrigento salottiera anni 60. La città collocata agli ultimi posti delle varie graduatorie predisposte dal quotidiano 24/Ore continua a sostenere una classe politica pasticciona, inconcludente e totalmente assente che non da risposte ai gravi problemi del suo territorio. Eppure da oltre 40 anni la città sostiene gagliardamente le stesse persone che della politica traggono potere e benefici”.
Il cittadino agrigentino nutre apprensione e paura alla idea di essere costretto a varcare la soglia del Pronto soccorso. Una suspence alla quale non si pone rimedio da anni.
“Hai perfettamente ragione. Il Pronto soccorso è il luogo dei tormenti, della disperazione e della rabbia che esplode. Gente racchiusa dentro alcune stanze sporche, piene di mosche, ad attendere per lunghe ore l’esito delle analisi e delle successive determinazioni da parte dei medici. Eppure basterebbe incrementare il numero dei medici del Pronto soccorso e quello degli analisti per mettere fine una volta e per sempre al grave fenomeno. In attesa delle nuove piante organiche bisogna ricercare il personale dentro lo stesso nosocomio, attraverso il comando temporaneo. Una scelta necessaria per la salute del cittadino”.
E’ inconcepibile. La Sicilia dopo oltre un mese ha finalmente un suo governo operativo. Non senza una frattura all’interno di “Forza Italia” e il “gestaccio” di escludere la Savarino che aveva il decreto già firmato.
“Questo dato è allarmante ed è la prova di una politica scellerata basata sulla gestione del potere per il potere. Da questo indirizzo politico emerge il ruolo dei vari capi d’avventura che pesano ogni cosa con il bilancino. Ma tutti sono interessati a gestire l’assessorato alla sanità fonte che elargisce assunzioni, trasferimenti, favori di ogni genere e soprattutto potere. Da qui gli strani ritardi nella composizione della Giunta. Il presidente della Regione Schifani ancora ha dovuto affrontare le continue richieste dei partiti che hanno concorso alla sua elezione. Il popolo siciliano può ancora attendere”.
Al cimitero di Favara i soliti “compari” possono accedere con l’auto. Ma il regolamento prevede una simile disposizione?
“Non sappiamo le disposizioni impartite al personale posto all’ingresso del cimitero. Una cosa è certa, possono entrare le decine e decine di auto che seguono il feretro utilizzando gli ampi spazi ad uso parcheggio. Se l’ingresso è vietato a tutti, anche per coloro che trasportano piante o altro da mettere all’interno delle cappelle gentilizie, perché si consente l’ingresso solo alle macchine che sono al seguito del feretro? A meno che il tutto non sia a discrezione del custode di turno. In Italia ogni persona, nel posto di lavoro, esercita un certo potere a servizio possibilmente di amici e compari. Sarà così?”.
Un considerevole numero di multe sono state comminate agli automobilisti della movida. Quante multe sono state rilevate invece alle auto degli spettatori del Teatro Pirandello? Intanto i parcheggi in città sono o inagibili o mai completati. Con le poco tollerabili conseguenze che abbiamo visto.
“Qualsiasi infrazione va perseguita nel rispetto della legge, dei regolamenti e delle ordinanze. Non è giusto colpire solo gli indisciplinati della movida, occorre intervenire ovunque dove le persone sono indisciplinate, prive di buon senso e soprattutto irrispettose nei riguardi della comunità. La legalità va difesa e tutelata nell’interesse generale. E’ una grave colpa amministrativa la mancanza di posteggi che determina una situazione difficile per tutti gli automobilisti agrigentini, sempre alla ricerca di un posto macchina. Da qui la giungla e il caos nelle nostre strade”.