Sui murales di Corleone riappaiono Pirandello, Sciascia e un frate con la spada
Intervista di Diego Romeo a Silvio Benedetto
“…Qualcuno, forse il grande Unamuno – ci racconta Silvio Benedetto – soleva dire: non è Cervantes ad aver inventato Don Chisciotte, ma è quest’ultimo, il Cavaliere dalla triste figura, che viandava per la Mancha attendendo chi lo scrivesse”.
E il maestro italo-argentino continua “…Così è avvenuto con tanti volti, tante figure che mi sollecitarono silenti per entrare nei miei murales… Così, camminando insieme a Silvia Lotti e Maria Di Caro nelle strade di Corleone – qui e là e chi-è-là! – in quell’angolo, in quel vicolo mi faceva una capatina fra Bernardo, e dunque, da allora, chissà se ri-comparirà in qualche mio mural insieme a sindacalisti, bambini che giocano, lavoratori, scrittori, studenti e chissà chi altro… Tra tanta gente di Corleone che raffigurerò, ad uno di loro o a cento si unirà Pirandello, qui e là in un gruppetto di vittime di ieri e di oggi si affaccerà Sciascia, e tutti insieme, di ieri e di oggi, guarderanno i passanti quasi a chiedere cosa farete del nostro futuro?”.
Per ora fra Bernardo da Corleone è ri-comparso al muralista italo-argentino tra le pagine del libro di Dino Paternostro «La Spada e la Croce», abilissimo nell’uso della spada, con la quale non voleva ‘fare soldi’ ma mettersi a servizio di contadini e cittadini oppressi dal potere.
In quella pubblicazione edita da Ad Arte, dell’autore Dino Paternostro il prefatore Vincenzo Noto ben dice: “… per lui scrivere del Beato Bernardo è come parlare di Bernardino Verro o di Placido Rizzotto. Si accosta al personaggio più innamorato della realtà corleonese che non di quanto il Beato Bernardo può rappresentare […] Nella penna di Dino Paternostro diventa il Corleonese di ogni tempo, innamorato della giustizia pronto a difendere i deboli…”.
Ci dice ancora Benedetto “… devo tornare a Corleone, questa volta sarò io a cercare Filippo Latino (poi fra Bernardo, poi Beato, poi Santo)… Chissà se sparirà tra i vicoli inseguito da un mastino nero o chissà se comparirà in un cartellone di cuntastorie… In fondo, un mural nel contesto urbano, narra”.