Quattro avvocati ogni mille abitanti e un deputato per ogni milione di cittadini
Diego Romeo e Paolo Cilona conversano nella “Sicilia Agrigentina”
Date le difficoltà attuali di composizione e di agglomerato politico, ritieni che i deputati uscenti saranno riconfermati? Tra l’altro hanno sulle spalle diverse legislature che non hanno dato gli effetti sperati o promessi.
“Non ho la sfera di cristallo. Tuttavia ritengo che non sarà una facile passerella per i deputati uscenti. Ho la vaga percezione che qualcuno dei deputati uscenti questa volta resterà fuori dal Parlamento nazionale o dall’Assemblea regionale siciliana. Questa convinzione scaturisce dal fatto che in questi anni il territorio agrigentino ha subito un forte arretramento sul piano dello sviluppo economico. Pochissimi i cantieri aperti e pochissime le infrastrutture realizzate. Nei loro discorsi solo parole e vaghe promesse. Nessuno più parla di aeroporto, della strada statale Agrigento-Palermo, dell’Agrigento-Santo Stefano Quisquina, della Bivona-Ribera, dei fondali del Porto di Porto Empedocle, del potenziamento dei porti di Licata, Sciacca e Lampedusa. Quindi a mio modo di vedere sarà molto difficile essere rieletti. Questa breve annotazione politica è il frutto di una attenta analisi”.
L’autorità che proviene da un sindaco perché è diventata così difficile da esercitare?
“I nostri sindaci purtroppo sono molto sensibili al consenso elettorale e per questo a volte vengono meno all’azione politica ed amministrativa a servizio del bene pubblico. Come la scimmia preferiscono a volte non vedere, non sentire e non parlare. Mi ricordo di un sindaco democristiano di un Comune vicino ad Agrigento, il quale con la sua storica battuta “costruite e futtitivinni” alimentò la più forte speculazione sul piano edilizio-urbanistico in danno non solo delle casse dello stesso Comune ma principalmente allo sviluppo armonioso dell’abitato. In poche parole uno dei tanti sindaci che tra l’autorità dovuta al loro ruolo istituzionale, preferì rincorrere al beneficio del consenso elettorale. Questo non esclude l’autorità di tantissimi sindaci che con enormi sacrifici svolgono il loro compito con dignità e sacrifici anche personali per il bene dell’intera comunità”.
Le statistiche hanno valutato quattro avvocati o poco più per mille abitanti. Dopo la riforma che taglia le rappresentanze avremo un deputato o senatore per poco più di un milione di abitanti. Si provvederà finalmente a una modifica della legge elettorale?
“La tua domanda pone una profonda considerazione di natura politica. Diciamo subito che le ultime leggi elettorali sono state ideate ed approvate dal Parlamento per espresso tornaconto dei segretari nazionali dei partiti al governo con lo scopo di eleggere gli amici, i parenti, le compagne, le amanti ecc. eliminando dalla competizione i vari esponenti presenti sul territorio. Le liste bloccate costituiscono una grave offesa alla dignità del cittadino elettore privato dal suo diritto di scegliere un proprio candidato. Col trascorrere degli anni è sempre diminuito il numero dei votanti. Un po’ tutti hanno compreso oramai che l’Italia è governata dalla dittatura dei partiti. Mi auguro che il Parlamento che uscirà fuori all’indomani del 25 settembre possa approvare una legge elettorale capace di ridare autonomia decisionale al popolo sovrano. Una nuova legge che ripristini il proporzionale puro, le circoscrizioni elettorali di un tempo al fine di mettere in soffitta l’attuale rapporto di un deputato ogni milione di elettori. Inoltre ci si potrà candidare solo nella circoscrizione dove si ha la residenza”.
Dopo i risultati della estate effimera che “ha incantato e infiammato” al tempio di Giunone e a piano San Gregorio si penserà finalmente a valorizzare il teatro del parco della Addolorata?
“Sarebbe la decisione più giusta per rilanciare il teatro dell’Addolorata e il centro storico di Agrigento. La nostra proposta è indirizzata anche alla salvaguardia, alla tutela e alla promozione della Valle dei Templi divenuta area da Luna Park. Bisogna utilizzare come parcheggio la piana di San Gregorio e chiudere il posteggio creato in mezzo ai mandorli all’ingresso del Tempio di Giunone”.