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L’avv. Porcello parla con i pubblici ministeri e ammette responsabilità

E spara a zero su Matteo Messina Denaro

Pubblicato 3 anni fa

“Ho partecipato sin dagli anni 2015-2016 all’associazione mafiosa Cosa nostra con le medesime modalità che, falla fine del 2018, sono state documentate dalle indagini preliminari oggetto dei provvedimenti cautelari che mi hanno attinto e dalle conversazioni intercettate, il cui contenuto confermo e ribadisco anche in questa sede”.

A parlare, era il 26 maggio scorso, davanti ai magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Palermo, procuratore aggiunto Paolo Guido e i sostituti Claudio Camilleri e Francesca Dessì è l’avvocato Angela Porcello, 50enne cancellata dall’albo, coinvolta nella maxi operazione Xidy che ha fatto luce sul mandamento di Cosa nostra di Canicattì ma anche su dinamiche mafiose di mezza Sicilia, finita in carcere nel febbraio scorso.

Angela Porcello è stata per poco meno di dieci anni compagna del personaggio principale dell’inchiesta: Giancarlo Buggea, un boss canicattinese vicino all’ex latitante Giuseppe Falsone già arrestato e condannato per associazione mafiosa. A lui l’avvocato attribuisce la responsabilità di averla cooptata dentro Cosa nostra

Già dall’aprile precedente Angela Porcello aveva manifestato la sua volontà di rendere dichiarazioni ai pubblici ministeri, dapprima revocando gli avvocati di fiducia e poi consegnando un memoriale che ha fatto da linea guida negli interrogatori. La donna ha affermato, tra le altre cose che: “Non sono in grado di riferire su progetti omicidiario attentati, né sono in possesso di informazioni attuali sulla latitanza di Messina Denaro. Sono invece a conoscenza della disponibilità di armi (pistole e fucili) in dotazione ad appartenenti all’associazione mafiosa, appartenenti alla famiglia di Canicattì e a quelle ad esse limitrofe. Sono ancora in possesso di informazioni relative al commercio di sostanze stupefacenti. E aggiungo anche di essere a conoscenza di informazioni relative ad estorsioni”. Afferma inoltre non di non sapere del coinvolgimento diretto in fatti di mafia di politici, appartenenti alle Istituzioni. E parla di Matteo Messina Denaro.

Quattro al momento quelli noti e depositati contestualmente con l’atto di chiusura delle indagini preliminari dell’inchiesta “Xydi” che prelude alla richiesta di rinvio a giudizio per trenta persone.

Le ammissioni e in taluni casi vere e proprie assunzioni di responsabilità, questo va detto subito, non hanno convinto i magistrati della Dda che, ad esempio, hanno espresso parere negativo per la concessione di una misura meno afflittiva della detenzione in carcere.

Perche per i pm, come scrivono, evidenziano che “dall’esame delle dichiarazioni rese finora non emergono elementi di novità, completezza e rilevanza rispetto a quanto già accertato nel corso del procedimento penale nel quale Porcello è sottoposta a custodia cautelare e, pertanto, allo stato e salvi diversi futuri sviluppi, non paiono sussistere i presupposti per un percorso di collaborazione con l’autorità giudiziaria”.

Giudizio netto e tranciante, peraltro non condiviso dall’indagata che più volte, a verbale, afferma di aver detto sinora solo la verità senza nascondere nulla. Ed aggiunge anche che non vuole o chiede protezione o altro beneficio, di non temere per la sua incolumità tranne che in carcere dato che la sua decisione di dichiarare avanti l’autorità giudiziaria le mette seriamente in pericolo.

Tiene a precisare con forza che le sue dichiarazioni accusatorie non sono il frutto di una vendetta nei confronti dell’ex compagno, Giancarlo Buggea, conosciuto solo negli ambienti mafiosi con il soprannome Giulio (da Giulio Andreotti, per la sua capacità di mediare e trovare soluzione ad ogni problema). Poi parla di Matteo Messina Denaro.

Ed il suo giudizio è pessimo. Afferma infatti: “… io non vorrei andare lontano e per quello che sentivo dire al Buggea e per quello che sentivo dire alla Guttadauro, io posso dire molto chiaramente, come idea mia e può essere che sia un ‘idea da buttare nel cestino … ma questo Matteo Messina Denaro … niente, zero … più zero uguale zero. All’inizio ne abbiamo parlato nel senso che Buggea mi ha parlato di questo che conosceva che erano andati in una discoteca insieme, cioè come uomo… Il pm chiede: questo sarebbe Messina Denaro? Si, risponde la Porcello ed aggiunge: “Come uomo culturalmente non ha nessun substrato culturale”.

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