I delitti della primavera di Stella Stollo
di Letizia Bilella
“…La vostra arte è sacra perché il vostro scopo è la ricerca dell’eternità. Anche voi siete un alchimista come me. Ogni vero artista è un alchimista…”.
Siamo a Firenze, nel 1486, una serie di delitti sconvolge la città. Le vittime sono donne che appartengono alla ricca borghesia e l’assassino si ispira all’Allegoria della Primavera di Sandro Botticelli e del suo assistente Filippino Lippi. Sopra ogni cadavere viene trovato un oggetto che riconduce a un dettaglio del quadro: il ramoscello infilato tra le labbra di una ninfa; il mantello rosso che avvolge la Dea; la ghirlanda di fiori che adorna il collo della Primavera.
Un romanzo ricco di informazioni storiche che vengono magistralmente dosate in un’ottima ambientazione con un inserimento di omicidi lungo la tela dell’Allegoria della Primavera.
Tra passioni e intrighi ritroviamo volti noti, quali Leonardo da Vinci, Amerigo Vespucci, Lorenzo il Magnifico a popolare queste pagine in cui si combatte l’eterna lotta fra Amore e Morte.
Una lettura stimolante, un’ottima ambientazione e una trama avvincente che cattura e fa venire voglia di approfondire l’aspetto storico. Fino alla fine non si riesce minimamente a immaginare chi sia il serial killer che con perfida lucidità uccide ben otto persone. Due figure femminili dominano la storia: Simonetta Vespucci, grande amore di Sandro Botticelli, il quale ne fa la figura centrale della sua Primavera, la sua adorata Zoe, e Ginevra, sua grande amica, esperta di rimedi naturali tacciata di stregoneria in quanto donna e ancor di più perché riesce dove i medici falliscono.
Altra figura importante è Angelina, una prostituta che lavora nella locanda che fa da scenario a molti degli intrighi del romanzo. Voce narrante è quella di Filippino Lippi; attraverso i suoi occhi, veniamo trasportati nella città medicea dove assistiamo alla preparazione dei colori che serviranno alla creazione del capolavoro quale è la Primavera, ascoltiamo le voci che s’intrecciano sia nei palazzi nobiliari che nelle taverne che al mercato.
Un’ambientazione magnifica; personaggi resi con realismo e spessore per un thriller avvincente; dialoghi ricchi di colti riferimenti e intrisi di pathos. Un omaggio alle Donne di ogni tempo e di ogni dove, che hanno subito (e continuano a subire) la rabbia e il livore di chi dovrebbe amarle e proteggerle, ma non ne è capace.