Cartello sociale e sindacati con in mano il vangelo e la costituzione
Intervista di Diego Romeo a Gero Acquisto, segretario provinciale Uil
Coi tempi che corrono rischiano di apparire scaramucce i risultati del Cartello sociale di Agrigento. E dire che la Chiesa con don Sorce tiene in mano il Vangelo (anzi quattro) e voi saldamente la Costituzione. Mi sembra il caso di ricordare la frase di Ernesto Cardenal “non basta più pregare”. Quando alzerete l’asticella sindacale?
“Il cartello sociale è nato circa dieci anni fa per la mancanza di attenzione della politica su Agrigento. Abbiamo coinvolto la Chiesa per stimolare i governanti a dare le risposte al territorio. Ognuno è partito col proprio credo e nel rispetto dei propri ruoli convinti che per il bene della provincia di Agrigento doveva sviluppare una azione di protesta laddove c’era silenzio . Nel gennaio 2020 circa 5mila cittadini hanno partecipato alla protesta per una viabilità migliore. Messa alla prova la capacità del cartello sociale abbiamo continuato ottenendo anche buoni risultati”.
A proposito del nostro territorio, mi ha meravigliato sentire a Teleacras don Sorce dichiararsi a favore del ponte sullo Stretto di Messina mentre ben poco si accenna al “no” al rigassificatore e quasi nulla per fare applicare la legge disattesa sull’aeroporto nella nostra provincia.
“L’obiettivo del Cartello sociale viene stabilito di volta in volta da Cgil, Cisl e Uil e Pastorale sociale del lavoro della diocesi di Agrigento, ogni singola dichiarazione è una dichiarazione propria e su molti argomenti abbiamo diversità di pensiero. Per esempio la Chiesa non è favorevole al rigassificatore mentre i sindacati sono favorevoli. Quindi il cartello sociale da risposte su ciò che ci unisce e non su ciò che ci divide”.
Una volta per tutte, quanti posti di lavoro si acquistano col rigassificatore e quanto si perde in campo turistico. Che idea vi siete fatta, voi e il vecchio arco costituzionale, su l’Agrigento dei Templi? Possibile che non si cambi parere di fronte all’evidenza del presente che incombe anche con le sue contraddizioni?
“Allora. Dobbiamo essere chiari. La questione energetica, l’approvvigionamento del gas che serve a molteplici attività sia ad uso abitativo o industriale, col blackout a causa della guerra Ucraina-Russia, ha messo a serio rischio il sistema economico mondiale. La Uil è favorevole alla costruzione di un rigassificatore a Porto Empedocle perché dallo studio del primo progetto avevamo verificato che l’impatto non era così devastante. Quindi o noi creiamo autonomia per il gas che non arrivi solo dalla Russia in attesa della riconversione energetica che si realizzerà da qui a quindici anni. Significa che dobbiamo pensare all’energia pulita eolica o fotovoltaica. E un rigassificatore che magari non sia ubicato a Porto Empedocle ma che soddisfi le esigenze del fabbisogno”.
Ma non pensa che si depaupera la economia turistica? O forse non si è mai avuto una seria idea di turismo?
“Ritengo che dove ci sono i rigassificatori non venga mortificata la vocazione turistica. Le due cose, penso, possano funzionare e convivere. Bisogna far funzionare bene le due cose. Ho sentito il nostro Presidente del Consiglio Draghi accennare a delle strutture galleggianti off-shore. Dobbiamo deciderci perché oggi le bollette si sono triplicate e i costi del gas incidono sui beni di prima necessità”.
Vorrei ricordare la battuta “felicissima” del ministro Cingolani che diceva “questi sono aumenti truffa”, come se ci fosse un governo ombra che all’insaputa del governo aumentasse i prezzi. E poi si è parlato degli extra-profitti delle grandi lobby. Come si controlla tutto ciò? E chi pensa ad aumentare i salari? Mèlanchon in Francia chiede un minimo di 1400 euro.
“La battaglia che il nostro segretario nazionale Pier Paolo Bombardieri sta portando avanti è quella di aumentare i salari e non consentire profitti e strumentalizzazioni. Bisogna vederci chiaro perché al di la delle parole bisogna avere la certezza che quello che si sta perpetrando contro gli italiani abbia le gambe per camminare, per asserire determinate cose bisogna avere la certezza fin dove si può arrivare. In definitiva la nostra primaria necessità è quella di non essere dipendenti per l’energia da altre nazioni”.
Sempre a difesa del territorio cui mira il Cartello sociale, c’è il problema dell’inquinamento del litorale. Il sindaco Miccichè ha avvisato i cittadini con ben tre divieti di balneazione. Possibile che ci trasciniamo da decenni questo problema senza poterlo risolvere seriamente?
“Non troviamo ancora una compagine politica che sappia governare la città di Agrigento. Spesso e volentieri come sindacato ci siamo sostituiti ai politici per affrontare le problematiche dei cittadini. In campagna elettorale tutti hanno in mano le soluzioni, le ricette magiche e però dopo essere eletti si cambia direzione e l’ammalato diventa sempre più ammalato. Miccichè ha scarsa attenzione anche se questo non è dovuto al suo temperamento ma è forse addebitabile a tutta la compagine della sua squadra che non riesce a trovare le soluzioni per Agrigento”.
Siamo ormai in piena campagna elettorale. In anni sospettabili si diceva che c’era “rumore di spade” oggi possiamo aggiungere lo “stridere delle poltrone”. I programmi sono vattelapesca.
“Al solito ogni popolo ha i governanti che si merita. Non abbiamo impiegato i fondi comunitari per come si potevano realizzare. Non c’è in Sicilia una cultura della programmazione per rivolgersi a fondi comunitari come va fatto. Al governatore Musumeci darei una sufficienza a fronte di quello che si proponeva di fare. Mi auguro sempre che si possa trovare una sintesi o la volontà di soggetti che possano garantire e invertire la rotta. Abbiamo una sanità che non funziona, l’abbiamo testata sotto il periodo della pandemia, abbiamo un turismo a macchia di leopardo che non fa squadra, un Parco archeologico che riflette la situazione regionale. Il Covid poi ha dato il colpo di grazia. E i sostegni nazionali e regionali non hanno fatto più di tanto, mentre ancora c’è tanto da fare per far ripartire e rilanciare il progetto Sicilia”.
Su questa storia dei Suv acquistati dal comune di Agrigento per i disabili che idea si sono fatto i sindacati?
“Sono convinto che i soldi erano destinati ad altro, ai disabili e attività collaterali. L’acquisto dei Suv è un atto da condannare. Non lo ritengo un comportamento amministrativamente serio, il progetto di aiuto alle famiglie andava rispettato, così si è mortificato il progetto iniziale”.