Al “Cartello sociale” agrigentino necessita un nuovo Ernesto Cardenal?
Conversazione nella “Sicilia agrigentina” tra Diego Romeo e Paolo Cilona
Rassicurante la posizione assunta dal sindaco Franco Miccichè sulla malaugurata costruzione di un rigassificatore a Porto Empedocle.
Lo stesso sindaco però ti aveva risposto in pubblico e affermativamente sulla necessità dell’aeroporto. Fino ad ora solo un comitato e alcuni consigli comunali si sono mossi. Latitanti le scelte decisionali della deputazione politica. Il “Cartello sociale” agrigentino con dentro la Chiesa cattolica e sindacati vari riprende (addirittura) il mantra del Ponte sullo Stretto e poco dichiara su aeroporto e rigassificatore che dovrebbero avere la precedenza. Inutile ricordare che da 50 anni si disattende l’esistenza di una legge “Pro aeroporto”.
La stagnazione politica continua e probabilmente per il Cartello sociale ci sarebbe bisogno di un “nuovo Ernesto Cardenal”.
“Innanzitutto va a merito del sindaco l’impegno profuso contro il rigassificatore. Il sindaco per l’occasione ha svolto un lavoro importante per ostacolare sul piano legale ogni tentativo in ordine all’attraversamento di condutture nel suolo agrigentino. Quel che occorre fare con urgenza è una mobilitazione generale per la realizzazione di una struttura aeroportuale per rilanciare su scala europea le potenzialità turistiche e monumentali della città a fronte del numero sempre più consistente dei visitatori nella Valle dei templi, nel museo archeologico e nei luoghi pirandelliani”.
Si dà man forte al concorso Uno nessuno centomila (che stranamente oggi si trova a ridosso di una associazione) e però si lascia emigrare a Palermo il 58esimo convegno pirandelliano che annualmente richiamava oltre 600 studenti da tutta Italia. La lobbystica è lo sport più praticato ad Agrigento e “un Cesare diventa ogni villan che parteggiando viene” tanto per citare nostro padre Dante.
“La miopia regna nella nostra città. Fino a qualche anno addietro per volontà di un grande uomo di cultura (Enzo Lauretta) si svolgeva annualmente il Convegno su Luigi Pirandello con la partecipazione di centinaia e centinaia di studenti provenienti da ogni parte del nostro Paese. Un appuntamento importante con relatori universitari e studiosi del pensiero del grande drammaturgo agrigentino. Tutto filava secondo i programmi predisposti dagli organizzatori. Purtroppo per motivi economici la grande kermesse è stata costretta ad emigrare in altre città della Sicilia con gravi danni per Agrigento. Eppure gli organizzatori da sempre sollecitano le istituzioni agrigentine di prendere coscienza e conoscenza delle difficoltà sul piano finanziario. Attorno al loro grido di dolore, solo silenzio e ostracismo. Il convegno ideato ben 58 anni fa ha tutti i requisiti per essere sostenuto dalla classe politica agrigentina”.
Abbiamo distrutto la settimana pirandelliana, l’Efebo d’oro e la Sagra non si chiama più “sagra” e Agrigento diventa “Girgenti”. Siamo ad un risibile snobismo e non si trova una amministrazione che comprenda questi danni. Eppure si vagheggia Agrigento “città della cultura”
“L’Efebo d’oro non doveva e non poteva lasciare Agrigento. Certo la morte di Lauretta, di Lombardo, di Gabriella Curella, storici organizzatori della Rassegna nazionale che aveva al suo attivo edizioni importanti con interventi di registi, produttori, attori e attrici di livello mondiale, si era tagliato uno spazio unico ed originale. Purtroppo le difficoltà di sostenere la rassegna sul piano finanziario ha consentito alla presidente di turno (tra l’altro non agrigentina) di trasferire l’avvenimento a Palermo. Nessuno si è mosso per impedirne il trasferimento in una città che non ha alcun rapporto con l’Efebo di Agrigento. Per quanto riguarda il cambio di denominazione della Sagra del mandorlo in fiore, è il tentativo da parte dei nostalgici. Qualcuno ha auspicato di chiamare Girgenti il colle di San Gerlando, ovvero il centro storico. Ormai siamo in presenza di un palcoscenico, quello dell’effimero”.
Il Cartello Sociale di Agrigento composto dalla Chiesa cattolica (ma stranamente non da quelle protestanti, né evangeliche) e da sindacati vari ha preferito schierarsi per il ponte sullo Stretto e molto poco sul nostrano rigassificatore e aeroporto. Continuo a chiederti: c’è speranza se questo accade ad Agrigento?
“È il solito megafono che seleziona gli argomenti da trattare, accantonando i veri problemi di Agrigento che sono davvero tanti ed impellenti. Il ponte sullo stretto è un vecchio tema che viene riportato ogni qualvolta si vuole far tacere il vero problema dello sviluppo della Sicilia. Il cartello sociale dovrebbe scendere in campo per l’aeroporto, per il dragaggio del Porto, per i collegamenti viari, ferroviari e marittimi. Per l’Agrigento – Santo Stefano di Quisquina, per la Gela – Castelvetrano, per la via di fuga da Piazza don Minzoni, per l’utilizzo del Palacongressi, per la realizzazione dei posteggi lungo il Viale delle dune, l’allargamento del viale Leonardo Sciascia, e dell’utilizzo del parco dell’Addolorata, degli impianti sportivi di Villaseta e di tanti altri problemi”.