“Picciotti, che vi ho fatto?”, 34 anni fa l’omicidio del giudice Livatino
La cerimonia di commemorazione del giudice Rosario Livatino, ucciso 34 anni fa dalla Stidda
Cerimonia di commemorazione per i trentaquattro anni dall’omicidio del giudice Rosario Livatino. Le più alte cariche provinciali si sono ritrovate sul luogo del delitto davanti l’ormai nota stele che ricorda quel tragico giorno.
LE DICHIARAZIONI
“34 anni ci separano dalla scomparsa del giudice Rosario Livatino, barbaramente ucciso dalla mafia il 21 settembre 1990. Nel giorno dell’anniversario della sua morte vogliamo ricordare un servitore dello Stato e un uomo di profonda fede che dedicò la sua vita alla giustizia e alla lotta contro la criminalità organizzata, senza paura e senza mai piegare la testa. Anche nel suo ricordo prosegue il nostro impegno nella lotta contro la mafia e contro ogni forma di criminalità. L’Italia non dimentica”: Lo scrive sui social il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.
“Trentaquattro anni fa il giudice Rosario Livatino fu barbaramente ucciso in un agguato mafioso mentre si recava al Tribunale di Agrigento. Magistrato coraggioso, uomo di fede, servitore dello Stato, Livatino ha pagato con la vita il suo impegno nella lotta contro la criminalità organizzata. Con le sue indagini fu tra i primi a individuare gli stretti collegamenti che legavano malavita e gruppi imprenditoriali, dando così nuova linfa all’azione di contrasto alle mafie. Ricordiamo oggi il suo sacrificio perché i valori che lo ispirarono continuino a essere un faro di speranza e un esempio per tutti coloro che, opponendosi alle logiche della prevaricazione e della violenza, sono impegnati ogni giorno a difesa della legalità e della giustizia”. Lo ha dichiarato il Ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, in ricordo della figura del giudice Rosario Livatino, assassinato il 21 settembre del 1990.
“Oggi onoriamo la memoria del giudice Rosario Livatino, un vero servitore dello Stato, un uomo con una integrità morale e professionale straordinaria. Profondamente cattolico, lo ricordiamo per il suo equilibrio, l’attenzione verso le persone e la capacità di cercare la redenzione anche di fronte ai crimini più gravi. Ucciso barbaramente dalla mafia il 21 settembre 1990, all’età di soli 37 anni, amava la sua Sicilia e si batteva per difenderla senza piegarsi alle cosche. La sua autorevolezza, trasparenza e coerenza lo resero un nemico per la criminalità organizzata, ma oggi rappresentano un simbolo di integrità e un esempio per ogni magistrato”. Lo ha dichiarato il Ministro per le Riforme istituzionali, Elisabetta Casellati.
“Rosario Livatino è stato un giovane prima pubblico ministero e poi giudice che ha pagato con la vita la sua indomabile sete di verità. Il suo lavoro è stato fondamentale per conoscere fino in fondo gli affari illeciti di cosa nostra ed in particolare della Stidda siciliana, che ne decretò la sua morte. Il suo piglio investigativo e la sua passione per il lavoro portarono il giovane Rosario a elaborare uno strumento fondamentale nella lotta alla criminalità organizzata, quello della confisca dei beni che si è rivelato essere una misura devastante per la mafia e i suoi affari”. Così su Instagram la presidente della Commissione Antimafia Chiara Colosimo. “Rosario Livatino è stato ucciso a soli 38 anni e oggi lo ricordiamo, a distanza di trentaquattro anni, con quella immensa gratitudine che noi tutti dobbiamo agli uomini giusti. L’unico magistrato beatificato negli ultimi secoli, che è riuscito a coniugare una fede profonda con una indomabile passione civile per la giustizia”, conclude Colosimo.
“A 34 anni dal barbaro omicidio del giudice Rosario Livatino per mano mafiosa, ricordiamo un uomo di straordinaria integrità, coraggio e dedizione a valori della legalità e della giustizia. Il Beato Livatino ci ha insegnato che il vero impegno civile è servire la comunità senza mai piegarsi alla paura. Una preghiera per lui”. Lo scrive sui social Lorenzo Fontana, presidente della Camera.
“Ricorre oggi il 34º anniversario della morte del magistrato Rosario Livatino, un grande servitore dello Stato che pagò con la vita la sua battaglia contro la criminalità organizzata. Una battaglia condotta sempre a testa alta, con coraggio e rigore, senza compromessi. Uomo di profonda fede, Rosario Livatino è un esempio per tutti noi ed a lui che oggi rendiamo un deferente omaggio”. Lo scrive sui social il presidente del Senato, Ignazio La Russa.