Campobello di Licata

Lavoratori sfruttati nell’agrigentino: imputati anticipano richiesta abbreviato

Si celebrerà il prossimo 5 giugno davanti il gup del Tribunale di Palermo Rosario Di Gioia, dopo un primo passaggio interlocutorio avvenuto nella giornata di ieri, l’udienza preliminare nell’ambito della richiesta di rinvio a giudizio avanzata dai pm della Dda di Palermo Calogero Ferrara e Ilaria De Somma nei confronti di nove persone coinvolte a […]

Pubblicato 5 anni fa

Si celebrerà il prossimo 5 giugno davanti il gup del Tribunale di Palermo Rosario Di Gioia, dopo un primo passaggio interlocutorio avvenuto nella giornata di ieri, l’udienza preliminare nell’ambito della richiesta di rinvio a giudizio avanzata dai pm della Dda di Palermo Calogero Ferrara e Ilaria De Somma nei confronti di nove persone coinvolte a vario titolo nell’inchiesta denominata “Ponos” – coordinata in prima battuta dalla Procura di Agrigento con il pm Gloria Andreoli – che avrebbe fatto luce su un giro di sfruttamento nei campi agrigentini di braccianti perlopiù ucraini.

La richiesta di rinvio a giudizio è stata avanzata nei confronti di Vera Cicakova, slovacca, 59 anni e la figlia Veronika, 37 anni, ritenute a capo dell’organizzazione; Rosario Ninfosì, 52 anni, di Palma di Montechiaro; Rosario Burgio, 42 anni, di San Cataldo; Inna Kozak, 26 anni, ucraina, dichiarata irreperibile con decreto del 3 marzo scorso; i romeni Neculai Stan di 62 anni e Vasile Mihu di 43 anni; Emilio Lombardino, 46 anni di Porto Empedocle; Giovanni Gurrisi, 41 anni, di Agrigento.  Le difese hanno già anticipato di voler accedere al rito abbreviato. 

Le investigazioni, svolte con numerosissimi servizi di pedinamento e con un complesso sistema di intercettazione e di riprese video, hanno svelato l’esistenza di una complessa organizzazione che sfruttava senza scrupoli manodopera extracomunitaria per lavori agricoli di vario tipo su tutto il territorio agrigentino e anche oltre. Un fenomeno di caporalato, insomma articolato e con una solida struttura verticistica, che vedeva, come capi promotori cd organizzatori, due donne di origine slovacca, madre e figlia.

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