“Frode sulle tariffe idriche”, prosciolti sindaco di Canicattì e dirigenti consorzio Tre Sorgenti
L’inchiesta ipotizzava dei rincari non dovuti sulle tariffe idriche applicate al comune di Palma di Montechiaro
Si chiude con un’assoluzione e tre non luogo a procedere l’inchiesta che ipotizzava una frode sulle tariffe idriche legata al Consorzio Tre Sorgenti e all’erogazione di acqua nel comune di Palma di Montechiaro. Il giudice per l’udienza preliminare Iacopo Mazzullo ha prosciolto – per non aver commesso il fatto – il sindaco di Canicattì Vincenzo Corbo (difeso dall’avvocato Calogero Meli) e tre dirigenti del Consorzio: Carmelo Vaccaro, 59 anni, di Realmonte (difeso dall’avvocato Silvio Miceli); Jessica Vanessa Lo Giudice, 32 anni (difesa dall’avvocato Santo Lucia), di Palma di Montechiaro; Mauro Porcelli Licata, 64 anni, di Licata (difeso dall’avvocato Angelo Armenio). Porcelli, che aveva scelto la via del rito abbreviato, ha incassato l’assoluzione con la medesima formula.
Al centro delle indagini, eseguite dal Nucleo Polizia Economica Finanziaria della Guardia di Finanza di Agrigento, vi era la fornitura idrica al Comune di Palma di Montechiaro. Secondo l’accusa, che però non ha trovato riscontro in aula, il Consorzio Tre Sorgenti avrebbe applicato una tariffa maggiore rispetto a quella dovuta. In particolare – si legge nell’atto – “il Consorzio avrebbe applicato una tariffa pari a 0.6629 per l’anno 2012 e dopo essere stato escluso dalla medesima autorità per gli anni successivi per mancata consegna degli impianti al gestore, cedeva volumi di fornitura idrica a Palma di Montechiaro applicando una tariffa maggiore pari a 0,6869 tra il 2018 ed il 2020 rispetto a quella dovuta di 0.6629.” Al solo sindaco Corbo, sempre in qualità di presidente del Consorzio Tre Sorgenti, veniva contestata anche una evasione dell’imposta, relativa al 2019, di 100 mila euro. Questa mattina il giudice Mazzullo, accogliendo le richieste dei legali della difesa, ha prosciolto sindaco e dirigenti dalle accuse.