Elezione nuovo Pontefice, chi sono i favoriti?
Sarà un Conclave inedito, globale e profondamente trasformato dalla visione di Francesco, che ha nominato la maggioranza degli attuali cardinali elettori
Con la scomparsa di papa Francesco, la Chiesa cattolica si prepara ad affrontare un momento storico: l’elezione del nuovo Pontefice. Sarà un Conclave inedito, globale e profondamente trasformato dalla visione di Francesco, che ha nominato la maggioranza degli attuali cardinali elettori.La votazione si svolge in tre fasi: antescrutinium (preparazione e consegna delle schede), scrutinium (voto vero e proprio) e post-scrutinium (conteggio e combustione delle schede). Per eleggere il nuovo papa servono i due terzi dei voti. Dal 34° scrutinio (o 35° se si è votato anche il primo giorno), si passa al ballottaggio tra i due più votati, che però non possono più votare.
Due volte al giorno, dopo ogni coppia di scrutini, le schede vengono bruciate: il fumo nero indica che l’elezione non è ancora avvenuta, mentre la fumata bianca annuncia al mondo che c’è un nuovo Pontefice. A quel punto, il cardinale protodiacono proclama l’Habemus Papam dalla loggia della Basilica di San Pietro. Il papa appena eletto, dopo essersi vestito con i paramenti nella “Stanza delle Lacrime”, si presenta ai fedeli per la benedizione Urbi et Orbi.
Nel panorama attuale, si delineano diversi candidati con profili molto diversi, rappresentativi delle diverse anime e latitudini della Chiesa cattolica.
Pietro Parolin (Italia) – Segretario di Stato vaticano dal 2013, è visto come un candidato di continuità. Esperto diplomatico, è considerato un equilibratore tra le varie correnti ecclesiali. Stando alle prime indiscrezioni, sarebbe lui il candidato principale a succedere a papa Francesco;
Matteo Maria Zuppi (Italia) – Arcivescovo di Bologna e presidente della CEI, è noto per la sua vicinanza ai poveri, la sensibilità sociale e lo spirito di dialogo. Figura molto vicina alla visione pastorale di Francesco.
Pierbattista Pizzaballa (Italia) – Patriarca latino di Gerusalemme, francescano, con grande esperienza nel dialogo interreligioso, potrebbe rappresentare un ponte tra Oriente e Occidente.
Luis Antonio Tagle (Filippine) – Prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione, è un volto carismatico dell’Asia cattolica, spesso accostato a Bergoglio per stile e spiritualità.
Jean-Marc Aveline (Francia) – Arcivescovo di Marsiglia, profondo conoscitore del dialogo con l’Islam, potrebbe rappresentare una Chiesa europea attenta alle sfide migratorie e culturali.
José Tolentino de Mendonça (Portogallo) – Prefetto del Dicastero per la Cultura e l’Educazione, è un poeta e teologo con una forte vocazione al dialogo e all’innovazione pastorale.
Robert Sarah, 79 anni, originario della Guinea, a capo dell’ufficio liturgico del Vaticano in pensione, era da tempo considerato la migliore speranza per un papa africano.
Christoph Schönborn, 80 anni, arcivescovo di Vienna, in Austria, era uno studente di Benedetto, e quindi sulla carta sembra avere le capacità accademiche dottrinarie per attrarre i conservatori.
Robert Francis Prevost, 69 anni, nato a Chicago, potrebbe rappresentare una novità visto che l’idea di un papa americano è stata a lungo un tabù, dato il potere geopolitico già esercitato dagli Stati Uniti.
Marc Ouellet, 80 anni, canadese, ha guidato l’influente ufficio vescovile del Vaticano per oltre un decennio, supervisionando il fondamentale punto di incontro tra i potenziali candidati alla guida delle diocesi di tutto il mondo.