Caro gasolio, protesta dei pescatori agrigentini
La protesta è in corso al porto di Porto Empedocle
Continua anche nella Provincia di Agrigento la protesta dei pescatori per il caro gasolio.
Questa mattina alcuni pescatori di Porto Empedocle, Sciacca e Licata stanno protestando davanti l’area mercantile del porto di Porto Empedocle. Il costo del carburante per i pescherecci è quasi raddoppiato e ne consegue che i pescherecci oggi sono costretti a ridurre il numero delle uscite in mare o addirittura a rinunciare alle battute di pesca
“Aspettiamo risposte dopo tante promesse senza soluzioni reali e concrete . Chiediamo un tetto massimo sul costo del gasolio, che è arrivato a 1.23 euro, di 50 centesimi, dice uno dei pescatori. Dal Governo Draghi ci aspettiamo una risposta ferma e puntuale che sino ad oggi tarda ad arrivare. Siamo fortemente convinti che una emergenza come quella che tutte le marinerie stanno vivendo da mesi debba essere affrontata con interventi mirati ed urgenti”.
L’incontro con il Presidente Musumeci.
Nei giorni scorsi il presidente della regione Siciliana Nello Musumeci ha riunito le marinerie siciliane per fare il punto sullo stato di crisi e in particolare del “caro gasolio”. Nel corso dell’incontro, Musumeci ha comunicato che entro due settimane al massimo la Regione provvederà al pagamento di oltre 4 milioni di euro relativo alle indennità Covid19, le cui graduatorie definitive sono già state pubblicate. Mentre ci vorrà qualche settimana in più, invece, per la liquidazione del contributo “caro gasolio”, per il quale nella Legge regionale di Bilancio sono stati stanziati dieci milioni di euro.
Solidarietà ai pescatori arriva dal commissario provinciale di Fratelli d’Italia, Calogero Pisano.
“Esprimiamo vicinanza ai pescatori di Porto Empedocle, Licata e Sciacca – afferma Pisano – vittime, come tutti i pescatori d’Italia, dell’inefficienza di un governo incapace di arginare le speculazioni del mercato che hanno portato ad un rialzo vertiginoso ed ingiustificato del prezzo del gasolio. Lo stesso Ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, qualche settimana fa, ha definito l’aumento dei costi dei carburanti come una colossale truffa perpetrata ai danni delle imprese e degli italiani, ma da allora il governo, di cui egli stesso fa parte, ha fatto poco o nulla, dimostrando, ancora una volta, di essere forte con i deboli e debole con i forti. Siamo pronti a scendere in campo per sostenere le sacrosante ragioni dei pescatori”.