Royalties, Cambiano: “Regione si piega, penalizzate Licata, Butera e Gela”
Così il deputato regionale del Movimento Cinque Stelle, Angelo Cambiano
Il Decreto Assessoriale n. 11 del 18 marzo 2025 rappresenta un tradimento nei confronti della città di Licata e di tutta la Sicilia. La revoca del precedente decreto, che garantiva al nostro territorio il 46,91% delle royalties derivanti dall’estrazione nei giacimenti Argo Cassiopea, è un colpo durissimo per la nostra comunità, che aveva visto in quella norma un riconoscimento legittimo delle proprie prerogative.
Alla base di questo inspiegabile dietrofront c’è l’ennesima prevaricazione ai danni della Sicilia da parte del governo Meloni. Dopo aver dirottato i fondi FSC destinati alla nostra Isola per finanziare il ponte sullo Stretto, adesso si tenta di sottrarre anche le royalties del gas estratto nel golfo di Gela, mettendo in discussione i diritti dei siciliani.
La Regione Siciliana, invece di difendere gli interessi dei propri cittadini, ha scelto di accettare passivamente la normativa vigente sulle estrazioni, rinunciando a garantire parte delle royalties alle città coinvolte.
Il nodo della questione è chiaro: il governo nazionale sostiene che i giacimenti siano prevalentemente oltre le 12 miglia, sottraendo così alla Regione e ai Comuni di Licata, Gela e Butera la quota di gettito a loro spettante. Una tesi che rischia di vanificare lo storico risultato ottenuto grazie al Movimento 5 Stelle con l’approvazione della norma sulle royalties, che avrebbe dovuto garantire risorse fondamentali per lo sviluppo del territorio.
Di fronte a questa situazione, il governo regionale e l’assessore Di Mauro hanno scelto di accettare in silenzio il diktat romano, revocando senza alcuna spiegazione il decreto che stabiliva i criteri di riparto delle royalties. Un atteggiamento inaccettabile, che svende i diritti della nostra Regione e lascia le comunità coinvolte, comprese le marinerie locali, in un pericoloso limbo destinato a durare almeno tre anni.
Come Movimento 5 Stelle non staremo a guardare. Ci batteremo affinché il governo regionale esca dal suo immobilismo e faccia sentire la voce della Sicilia a Roma. Non permetteremo che questa vicenda si trasformi nell’ennesimo atto di sopraffazione nei confronti della nostra terra e dei nostri cittadini.