Pumilia si dimette dalla Fondazione Orestiadi: “A tutela della mia dignità”
Lo scrive in un post sulla sua pagina Facebook l'ex parlamentare Calogero Pumilia
“La mia decisione è stata inevitabile, a tutela della mia dignità”. Lo scrive in un post sulla sua pagina Facebook l’ex parlamentare Calogero Pumilia all’indomani delle sue dimissioni da presidente della Fondazione Orestiadi di Gibellina.
“Non potevo rimanere dentro una realtà – aggiunge – nella quale, ad attestati di stima, falsi sorrisi, abbracci calorosi, temporanei brevi chiarimenti, con evidente ipocrisia si era mescolata la volontà di alcuni di impossessarsi del titolo che mi era stato conferito nell’ottobre del 2015, che avrei potuto e dovuto lasciare fra pochi mesi, ritenevo, in un clima di elegante rispetto reciproco. Ad indurmi a lasciare il ruolo ricoperto, – prosegue – oltre ad una modesta cinica congiura paesana, sono stati anche piccoli calcoli, banali ambizioni di alcuni componenti del cda, allettati dalla prospettiva di esercitare un protagonismo diretto senza tener conto né di capacità personali né dell’interesse e delle prospettive della Fondazione”.
L’ex presidente delle Orestiadi chiarisce inoltre che non è stata la ‘politica’ ad indurlo alle dimissioni. “Semmai – scrive – la politica, insieme ad una qualche capacità di interlocuzione con il governo e con tutte le forze dell’Ars, anche per il prestigio e la considerazione della quale posso dire di essere investito, hanno portato pochi giorni fa ad un finanziamento insperato sul bilancio della Regione”. “Nelle mie dimissioni – conclude Pumilia – il ruolo di Roberto Albergoni (autore del progetto ‘Portami il futuro’, col quale Gibellina è stata proclamata Capitale dell’arte contemporanea 2026) è stato indiretto, come si attaglia ad un personaggio di seconda fila. Bravo senz’altro a scrivere e proporre progetti e poi, come sta avvenendo ad Agrigento, ridotto a svolgere la funzione di formale garante di scelte o di non scelte altrui. Per rispetto a me stesso, ad una parte importante della mia storia, per il legittimo orgoglio dei risultati che mi vengono riconosciuti, per il legame alla mia terra, per l’affetto che nutro nei confronti del personale e per la stima nelle sue capacità professionali, non posso che augurare il migliore successo a chi mi subentrerà”.