Politica

L’assessore Nuccia Albano figlia di un vecchio capomafia, polemica in Sicilia

La trasmissione Report della Rai porta alla luce che l'assessore regionale alla Famiglia, Nuccia Albano è figlia del vecchio capomafia degli anni '40, Domenico Albano

Pubblicato 11 mesi fa

La trasmissione Report della Rai porta alla luce che l’assessore regionale alla Famiglia, Nuccia Albano, proposta da Totò Cuffaro in quota Dc, è figlia del vecchio capomafia degli anni ’40, Domenico Albano, morto in ospedale mentre era detenuto, implicato nella vicenda del bandito Salvatore Giuliano, di cui parla ampiamente la commissione nazionale antimafia nella sua relazione sui “rapporti tra mafia e banditismo in Sicilia” nel 1972. Presa in contropiede davanti a una scuola nel quartiere Sperone a Palermo, dove si è tenuta una seduta aperta dell’Antimafia regionale sul tema della droga, l’assessora risponde: “Non posso rinnegare mio padre”.

Divampano quindi le polemiche politiche all’Assemblea regionale siciliana e Albano con due note spiega: “Solo perché presa dalla concitazione per l’agguato, tesomi dalla giornalista di Report, ho detto che non rinnego la storia di mio padre. Ma è chiaro che volevo dire che non rinnego mio padre. Premetto che è morto 60 anni fa, quando io ne avevo 10. Ho saputo, solo quando sono diventata grande, che aveva avuto problemi con la giustizia e che era stato in carcere. Ho di lui il ricordo di una bambina innamorata del proprio papà e da lui adorata”. “Sono cresciuta senza la figura paterna e con una madre che mi ha inculcato il desiderio della giustizia e l’amore per la legalità. Tutta la mia vita è testimoniata da questa educazione alla legalità e rispetto della giustizia”, aggiunge. Ma per le opposizioni alla giunta di Centrodestra alla regione siciliana non bastano le parole dell’asessora e Pd, M5s, e Sud Chiama Nord ne chiedono le dimissioni.

Il deputato regionale di ScN, Ismaele La Vardera, che è anche vicepresidente della commissione regionale antimafia, dopo aver rilanciato la notizia di Report dice: “La cosa più grave è che la Albano è stata indicata da Totò Cuffaro a sua volta anche lui condannato per mafia. Non credo che le colpe dei padri debbano cadere sui figli e sono consapevole che Nuccia Albano ha una storia e una carriera importante. E’ stata la prima donna medico legale e, addirittura, è stata tra coloro i quali hanno svolto l’autopsia sul corpo di Giovanni Falcone e di Libero Grassi. Mi chiedo però, se è normale che questa vicenda sia stata sempre nascosta? Cuffaro sa che l’Albano è figlia di un boss? Renato Schifani sa che un suo assessore è la figlia di un boss?”. Gli fa eco il leader del suo movimento, Cateno De Luca, secondo cui l’assessora “ha il dovere di rinnegare la storia mafiosa di suo padre. Lei ha il dovere di dire che la mafia le fa schifo e i mafiosi le fanno schifo. Ci aspettiamo adesso che l’assessora Albano abbia il buonsenso di fare un passo indietro, rassegnare le dimissioni e condannare apertamente la mafia”. Compatto il Pd siciliano nel chiedere le dimissioni con Antonello Cracolici, presidente dell’Antimafia siciliana, che dice: “Il governo regionale ha un problema in più. Mi dispiace per l’assessora Albano che ho conosciuto come una brava persona, ma si pone un problema serio per la Sicilia e la sua credibilità. Il presidente Schifani risolva con immediatezza il problema”. E Nuccio Di Paola, referente regionale del M5S, e Antonio De Luca, capogruppo dei 5S all’Ars, affermano: “È chiaro che le colpe dei padri non possono e non devono ricadere sui figli, ma sul contrasto netto alla mafia non ci può essere il benché minimo fraintendimento. Ci sembra pertanto gravissima la frase pronunciata dall’assessore, magari a caldo: ‘Non prendo le distanze dalla storia di mio padre’, frase che va rinnegata fortemente e senza indugi, altrimenti l’assessore si dimetta”. (ANSA)

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