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Omicidio a Palma: ucciso il “traditore”Angelo Castronovo 

Troppo semplice oggi leggere ed inquadrare il delitto nell'ambito di una faida tutta palmese anche se altre piste non vengono escluse.

Pubblicato 2 anni fa

Omicidio in contrada Cipolla tra Palma di Montechiaro e Campobello di Licata. La vittima è Angelo Castronovo, 65enne bracciante bracciante agricolo di Palma di Montechiaro.

L’uomo è stato assassinato con diversi colpi di arma da fuoco mentre si trovava a lavorare in campagna. Sul posto i carabinieri della Compagnia di Licata e della stazione di Palma di Montechiaro ed il sostituto procuratore della Repubblica di Agrigento, Giulia Sbocchia, tutti coordinati dal procuratore capo facente funzioni, Salvatore Vella.

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Il delitto non è di poco conto. Angelo Castronovo era stato arrestato nel corso di una operazione che aveva smantellato due famiglie in perenne lotta tra loro e che avevano già contato due morti ammazzati.

Castronovo era finito in carcere due anni fa e scarcerato otto mesi fa.

Preda facile per i sicari che oggi lo hanno ucciso e che avevano più di un motivo per vendicarsi.

Non ha avuto scampo Castronovo che, secondo una prima ricostruzione degli inquirenti, si è accorto dell’arrivo dei sicari ed ha tentato una fuga tanto disperata quanto vana.

L’uomo, che era a bordo di un camion e stava effettuando dei lavori, ha cercato di fuggire tentato di raggiungere la strada statale. Ma è stato freddato con più colpi di arma da fuoco, almeno cinque, appena ha raggiunto e superato il guard rail. L’ultimo colpo gli è stato sparato alla tempia: una vera e propria esecuzione. Il suo corpo è stato notato da un contadino che ha subito avvertito i carabinieri.

L’odierna vittima è stata sospettata di aver partecipato ad entrambi gli omicidi maturati nel contesto della faida, tutta palmese tra i Rallo e Azzarello.

I delitti in questione sono quelli di Enrico Rallo (del 9 novembre del 2015) e di Salvatore Azzarello (22 agosto 2017), entrambi di Palma di Montechiaro.

Una figura – quella di Angelo Castronovo – centrale secondo gli inquirenti, finito sotto processo insieme ad altri otto, è l’unico imputato a cui viene contestata la partecipazione in entrambi gli omicidi.

Castronovo era conosciuto in paese come trafficante di armi che agevolmente, con l’aiuto di alcuni suoi fidati collaboratori, riesce ad importare dall’estero.

Nel 1991 si salva miracolosamente in quella che è conosciuta la “Strage di capodanno”, avvenuta all’interno del “Bar2000” nell’ambito della guerra tra Cosa Nostra e Stidda. Viene arrestato due volte per armi negli ultimi tre anni ma, soprattutto, per gli inquirenti è colui il quale ha fornito informazioni essenziali per eseguire i due delitti. Scrive il Gip nel provvedimento che lo portò in carcere: “E’ la figura cardine, la costante delle due vicende in cui il suolo è Giano Bifronte, amico degli uni contro gli altri ma, all’occorrenza, amico degli altri contro i primi.”

Secondo gli inquirenti Castronovo avrebbe fissato l’appuntamento fatale con Rallo nel 2015 non presentandosi e attirandolo nella trappola; sarebbe stato lo stesso Castronovo, quasi due anni più tardi, a informare Ignazio Rallo su dove trovare Azzarello.

Troppo semplice oggi leggere ed inquadrare il delitto nell’ambito di questa faida anche se altre piste non vengono escluse.

Ha collaborato Gabriele Terranova, le foto sono di Sandro Catanese

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