Palermo

Traffico e gestione illecita di rifiuti, tre arresti e sequestro di mezzo milione di euro 

È stato possibile ipotizzare l'esistenza di un sodalizio criminale dedito al traffico illecito di rifiuti, costituiti principalmente da rifiuti urbani e speciali, non pericolosi e pericolosi

Pubblicato 13 ore fa



Traffico illecito di rifiuti, riciclaggio e gestione illecita di rifiuti in concorso. Sono i reati contestati dal gip di Palermo che, su richiesta della Dda ha disposto gli arresti domiciliari, con braccialetto elettronico, a carico di tre persone eseguiti dai carabinieri del Nucleo operativo ecologico. Contestualmente sono stati eseguiti i sequestri preventivi, per un valore complessivo di circa 500 mila euro di un’area abusiva di trattamento e recupero rifiuti, di circa 1.160 mq a Torretta (Palermo), tre autocarri (riconducibili a una societa’ del settore ambientale), un conto corrente bancario e numerose carte prepagate con abbinati conti correnti bancari.

I militari avevano notato come in un terreno recintato vi fosse un continuo movimento sospetto di veicoli che entravano carichi di rottami ferrosi e ne uscivano completamente scarichi. Dopo un’attivita’ di monitoraggio, si e’ proseguito con attivita’ tecniche, video e intercettazioni che hanno documentano un intenso e sistematico afflusso di mezzi conferitori di rifiuti speciali pericolosi e non e, in definitiva, un’attivita’ organizzata per il traffico illecito di rifiuti, riciclaggio e gestione illecita di rifiuti. In particolare rifiuti urbani e speciali, non pericolosi e pericolosi, del tipo ferroso, apparecchiature elettriche ed elettroniche e batterie esauste al piombo, privi della loro tracciabilita’ e quantificati in circa 500 tonnellate mensili, diretto da un palermitano con precedenti di polizia.

Il gruppo utilizzava un’area non autorizzata e sprovvista di autorizzazione e presidio ambientale, a Torretta per trattare i rifiuti provenienti dall’hinterland palermitano e trapanese, con un volume di affari di circa 20 mila euro mensili. I proventi venivano poi smistati su una serie di carte prepagate, intestate fittiziamente a soggetti compiacenti, anche estranei alla gestione dei rifiuti, per il reimpiego attraverso sistematici prelievi di denaro contante, necessario a pagare gli ambulanti locali all’atto dei conferimenti.

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