Palermo

Aggredì dottoressa del Pronto soccorso, condannata a 7 mesi 

L'episodio si è verificato quando la dottoressa, impegnata a prestare assistenza ai pazienti, è stata aggredita verbalmente e fisicamente

Pubblicato 9 minuti fa

Si è concluso con una condanna a 7 mesi di reclusione, pena sospesa, il processo a carico di una donna accusata di minacce e lesioni personali nei confronti di una dottoressa del pronto soccorso del Policlinico “Paolo Giaccone” di Palermo. Lo rende noto l’ufficio stampa dell’azienda ospedaliera universitaria.

La sentenza è stata emessa l’11 novembre scorso dal Tribunale di Palermo, in composizione monocratica. L’imputata è stata condannata anche al risarcimento dei danni da liquidarsi nella competente sede civile e al pagamento delle spese processuali di 1950 euro oltre Iva. I fatti risalgono al 2017. L’episodio si è verificato quando la dottoressa, impegnata a prestare assistenza ai pazienti, è stata aggredita verbalmente e fisicamente dall’imputata condannata, che non voleva attendere il proprio turno per essere visitata e pretendeva di non rispettare la lista d’attesa, dice L’azienda. L’aggressione è stata poi fermata grazie all’intervento della vigilanza interna e dei carabinieri, ma ha comunque causato alla sanitaria, che è assistita dall’avvocato Lorenzo Bonaventura, ferite e contusioni, oltre a un forte trauma psicologico.

“La condanna inflitta dal Tribunale di Palermo rappresenta un segnale importante – commenta la direttrice generale del Policlinico, Maria Grazia Furnari – per riaffermare il principio del rispetto verso chi ogni giorno è in prima linea per la salute pubblica e la necessità di proteggere gli operatori sanitari che, specie nelle strutture di emergenza, ogni giorno prestano servizio in situazioni spesso stressanti e delicate. È mia determinazione tutelare i dipendenti dell’azienda ospedaliera universitaria con tutte le misure possibili, anche attraverso una maggiore sensibilizzazione sul tema della violenza negli ospedali e potenziando la sorveglianza nelle aree più a rischio”.

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