Licata ricorda Rosa Balistreri a 30 anni dalla morte: il programma
A trent’anni dalla morte di Rosa Balistreri il Comune di Licata ricorda la “Cantatrice del Sud” con la manifestazione “Una Rosa per Cantare” che si svolgerà dal 18 al 20 settembre presso il Teatro Re Grillo, alle ore 20:30. Venerdì 18 settembre si rappresenterà “La Vita di Rosa” di Angelo Vecchio con la Compagnia Teatrale […]
A
trent’anni dalla morte di Rosa Balistreri il Comune di Licata ricorda la
“Cantatrice del Sud” con la manifestazione “Una Rosa per Cantare” che si svolgerà dal 18 al 20 settembre presso
il Teatro Re Grillo, alle ore 20:30.
Venerdì 18
settembre si rappresenterà “La Vita di Rosa” di Angelo Vecchio con la Compagnia
Teatrale “La Svolta”, regia di Santo La Rocca.
Sabato 19
settembre ci sarà il concerto “Semu tutti figli di Rosa” dell’ensemble “Canto e
Cuntu” promosso dal Lions Club di Licata, presenta Gloria Incorvaia.
Domenica
20 settembre avrà luogo un articolato “Omaggio a Rosa Balistreri” con
la direzione artistica di Antonio Zarcone, che aveva curato una prima edizione
di “Una Rosa per cantare” nel 1992 con il coordinamento di Giovanni Volpe e la
conduzione di Raimondo Moncada. Tra interpretazioni critiche e inedite
rievocazioni, sono previsti gli interventi dell’etnomusicologo Giuseppe
Giordano, del sociologo Docente della Comunicazione Francesco Pira, del
giornalista e operatore culturale Mario Gaziano, dello scrittore e poeta Piero
Carbone. Interventi artistici a cura di Cinzia Caminiti, Folk-Singer; Lia
Rocco, attrice; Ezio Noto, Musicista; Antonio Zarcone, Folk-Singer.
Tutte le
iniziative in programma verranno diffuse in diretta streaming sulla pagina
Facebook del Comune di Licata.
Verranno
osservate le regole anti Covid-19.
La
manifestazione, nelle intenzioni del Sindaco Dott. Giuseppe Galanti,
dell’Assessore allo Sport Turismo e Spettacolo Dott. Decimo Agnello,
dall’Assessore alla Cultura Dott.ssa Violetta Callea e del Direttore artistico
Antonio Zarcone, non vuole essere un occasionale omaggio celebrativo fine a sé
stesso ma una tappa operativa per una futura e stabile valorizzazione e
promozione dell’artista licatese in riferimento al suo variegato percorso
artistico e ai luoghi che l’hanno vista nascere e crescere umanamente e
artisticamente.
Quindi
proiettando tutte le iniziative rivolte alla sua valorizzazione in una
dimensione mediterranea al fine di creare a Licata un centro di ricerca e
promozione della musica e della cultura popolare dei paesi che si affacciano
sul mediterraneo.
Rosa Balistreri,
cantante di Licata ma proiettata nel mondo, ha saputo dare inimitabile forma
musicale ai sentimenti di tutti e la voce a chi non aveva voce per esprimere
sogni e rabbie. Essa rappresenta non solo un modello artistico per i tanti che
la cantano, la interpretano e la reinterpretano, ma anche un modo di essere
cantante impegnata rispetto alla complessa e problematica realtà del proprio
tempo.
Secondo
Dagmar Reichardt, docente di Italianistica della Latvian Accademy of Culture di
Riga: “il contributo di Rosa equivale a una rivoluzione
del grido: ci mostra un modo di ribellarsi e di includere nel canone della
musica degli anni Sessanta una novità
sociale, un elemento straniero
dell’Altro e una voce viva e vitale mai sentita prima.”
Rosa
quando imbracciava la chitarra, con due colpi decisi di corde, esplodeva con il
suo canto, si trasformava, le braccia arpeggiavano armoniose e l’antica
pergamena della sua faccia si distendeva radiosa diventando una Dea.
Seducente: “Amuri Amuri miu ti vogliu beni,
l’occhiuzzi di me figlia su sireni” e un brivido faceva scorrere per la
schiena di chi l’ascoltava.
La sua
voca era un coltello che si levava contro la miseria, la fame, i soprusi, lo
sfruttamento del lavoro, le ingiustizie del Sud.
Per chi
non la conosceva l’avrebbero data per una donna dura e cruda, invece Rosa,
aveva un carattere mite, dolce, che si piegava sulle sofferenze del prossimo di
cui si faceva interprete con la potenza del suo canto.