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Trentasei anni fa omicidio giudice Saetta e figlio Stefano, Canicattì non dimentica

Un momento di preghiera lungo la S.S. 640 – ex viadotto Giulfo luogo dell'agguato al giudice Saetta

Pubblicato 7 ore fa

Canicattì non dimentica la figura del giudice Antonino Saetta e del figlio Antonino, uccisi 36 anni fa, in un attentato mafioso. Era il 25 settembre del 1988, 40 anni colpi di pistola avevano raggiunto il giudice Saetta, che si trovava nella sua auto, in compagnia del figlio, mentre stavano percorrendo la strada statale 640. Pochi giorni prima, il giudice aveva depositato la motivazione della sentenza che aveva condannato all’ergastolo i responsabili della strage in cui aveva perso la vita il collega Rocco Chinnici.

Sono proprio magistrati come Saetta che, con il loro impegno e la loro rettitudine, hanno contribuito – pagando anche con la vita a fermare l’espansione dei clan mafiosi. Continuiamo a ricordare il suo coraggioso esempio che, ancora oggi, deve stimolare la diffusione della cultura della legalità”. Lo ha dichiarato il ministro della Giustizia, Carlo Nordio.

Oggi a Canicattì, il professor Riccardo La Vecchia, Segretario dell’associazione “Amici del Giudice Rosario Angelo Livatino”, ha deposto l’omaggio floreale alla tomba del presidente Antonino Saetta e del figlio Stefano nel cimitero di Canicattì; poi una funzione religiosa presso la Chiesa di Maria Ausiliatrice alla presenza delle autorità civili, religiosi, e militari.

Oggi è importante ricordare mio padre e mio fratello. L’uccisione di mio padre ha rappresentato uno degli episodi più importanti, più inquietanti e più sconcertanti nella lotta della mafia contro lo Stato. E’ un momento sempre doloroso, ma piacevole vedere come oggi ci siano tante persone qui a ricordarlo e vedere che la città di Canicattì è presente”, ha detto Roberto Saetta, figlio del giudice Saetta, che oggi ha partecipato alla commemorazione e al momento di preghiera sul viadotto Giulfi, luogo dell’agguato, insieme alla sorella Gabriella che dice: “mio padre era un papà severo, ma oggi che sono genitore capisco il perchè; mio fratello Stefano era un fratello molto vivace e buono, la loro perdita e la loro mancanza è troppo forte”.

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