Mafia

“Sono prestanome del boss”: arrestati i proprietari del ristorante Carlo V (ft e vd)

Sono accusati di essere prestanomi di Giuseppe Calvaruso

Pubblicato 4 anni fa

I carabinieri del Comando provinciale di Palermo hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari nei confronti dei fratelli Giuseppe e Benedetto Amato, di 41 e 46 anni, già indagati nell’inchiesta che a Pasqua ha portato in carcere il boss del “mandamento” di Pagliarelli Giuseppe Calvaruso, appena tornato dal Brasile per trascorrere le feste con la famiglia, e alcuni suoi fiancheggiatori.

Le indagini coordinate dalla Procura distrettuale antimafia di Palermo hanno portato al sequestro di attivita’ commerciali, beni e conti correnti. I due arrestati sono accusati di trasferimento fraudolento di valori aggravato dal metodo e dalle modalita’ mafiose.

Gli imprenditori arrestati sono i proprietari del ristorante Carlo V, nel centro storico di Palermo, e sono accusati di essere prestanomi di Giuseppe Calvaruso, ritenuto socio occulto dell’attivita’ commerciale. Si’ sarebbero intestati fittiziamente beni di lusso del boss, tra cui una Porsche Cayenne. Uno dei due fratelli e’ rientrato la sera di lunedi’ scorso dalla Spagna dove, a Lanzarote, nelle isole Canarie, voleva aprire un’attivita’ commerciale. Giuseppe Calvaruso, che secondo gli inquirenti avrebbe notevoli capacita’ imprenditoriali e relazionali, progettava insieme ai due arrestati di costruire un impero commerciale che potesse garantire ingenti entrate formalmente lecite.

Operazione Brevis, presi i prestanome di Calvaruso

Nel corso dell’operazione e’ stata sequestrata anche la ditta “Edil Professional”, azienda edile, secondo l’ordinanza del Gip, fittiziamente intestata a due indagati, alla quale Giuseppe Calvaruso aveva fatto avere numerose commesse per la ristrutturazione di appartamenti e palazzi del capoluogo siciliano. Sequestrati, infine, conti correnti riconducibili ai due imprenditori arrestati, attraverso i quali, in piu’ occasioni, Calvaruso era riuscito a ricevere somme di denaro per far fronte alle spese legate alla prenotazione di viaggi, alberghi e cene. I beni sequestrati ammontano a 2.500.000 euro.

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