Mafia e scommesse online, 11 anni e 4 mesi al boss Maniscalco
Il gup ha disposto altre quatto condanne e altrettante assoluzioni
Il Gup del tribunale di Palermo Elisabetta Stampacchia ha condannato il boss Francesco Paolo Maniscalco a 11 anni e 4 mesi, nell’ambito di un procedimento collegato alle attivita’ mafiose nel settore delle scommesse online. Il giudice, che ha deciso col rito abbreviato, ha inflitto – nonostante lo sconto di pena di un terzo – pene pesanti anche agli altri quattro imputati condannati. Quattro gli assolti.
Dieci anni li ha avuti Salvatore Rubino, 9 Vincenzo Fiore. E poi 4 anni e 6 mesi Christian Tortora e 4 Girolamo Di Marzo. Disposte pure confische, tra cui il 25 per cento del ristorante Magna Roma, che sorge in via Garzilli, a pochi passi dalla centralissima piazza Castelnuovo (e’ la quota che secondo gli inquirenti apparteneva a Maniscalco) e una villa nell’isola di Favignana (Trapani) appartenente a Rubino. E poi auto, moto, societa’, conti. Scagionati invece Giuseppe Rubino, Giovanni Castagnetta, Elio e Maurizio Camilleri. (br) Il Gup ha accolto quasi del tutto le richieste del pm Dario Scaletta, della Direzione distrettuale antimafia.
Le accuse andavano dall’associazione mafiosa al concorso esterno, dal riciclaggio alla fittizia intestazione di beni (trasferimento fraudolento di valori), reati tutti aggravati dall’agevolazione di Cosa nostra e dall’uso di metodi mafiosi. (br) Maniscalco era gia’ stato condannato per mafia, perche’ ritenuto appartenente al mandamento di Palermo Centro.
Salvatore Rubino e Fiore sono vicini a Porta Nuova e Pagliarelli. Secondo la Procura, attraverso bandi pubblici, il gruppo aveva ottenuto concessioni statali dall’Agenzia delle dogane e dei monopoli. Con sistemi leciti, cioe’, la mafia era riuscita a infiltrare l’economia legale, per reimmettere il denaro sporco nei circuiti “puliti”.