Mafia, droga e abigeato: annullata condanna al boss Fragapane, definitiva quella di Quaranta
Per il boss Fragapane ci sarà un nuovo processo mentre per il collaboratore di giustizia favarese la condanna diventa definitiva
La prima sezione della Corte di Cassazione ha annullato la condanna a venti anni di reclusione, disponendo un nuovo processo, nei confronti del boss Francesco Fragapane, figlio dell’ergastolano e storico capo di Cosa nostra agrigentina Salvatore Fragapane. La vicenda è legata all’operazione Proelio, un’inchiesta che avrebbe fatto luce su su ben radicati legami tra due clan di Cosa Nostra – quello Fragapane di Santa Elisabetta e quello Errigo di Comiso – scoprendo anche un giro di droga e abigeato controllato proprio dalle famiglie mafiose.
Per Francesco Fragapane, che sta scontando attualmente una condanna a 14 anni per aver ricostituito il mandamento mafioso della Montagna, è stato disposto un processo-bis. La sentenza sarà emessa dai giudici della Corte di Appello di Catania il prossimo 11 luglio. La Cassazione, invece, ha rigettato il ricorso avanzato dalla difesa di Giuseppe Quaranta, ex braccio destro di Fragapane, oggi collaboratore di giustizia. Diventa, dunque, definitiva la condanna a quattro anni e sei mesi nei confronti dell’ex netturbino di Favara. I giudici ermellini hanno altresì annullato la condanna nei confronti di un altro imputato agrigentino coinvolto nell’inchiesta. Si tratta di Salvatore Montalbano, trentenne di Favara, condannato in Appello a cinque anni e otto mesi di reclusione.
Anche per lui, dunque, ci sarà un processo-bis limitatamente alla valutazione della sussistenza di una delle aggravanti contestate allo stesso imputato per un episodio di detenzione a fini di spaccio di sostanza stupefacente. Fragapane è difeso dagli avvocati Francesco Carrubba e Giuseppe Aloisio mentre Montalbano è difeso dall’avvocato Daniela Posante.