Mafia

Mafia, confermata condanna a 12 anni di carcere all’ex deputato Ruggirello

Al politico (passato dall'Mpa e del Pd) viene contestato di aver favorito la Mafia trapanese sul fronte degli appalti e di avere cercato l'appoggio elettorale delle cosche

Pubblicato 1 giorno fa

La Corte d’appello di Palermo ha confermato la condanna a 12 anni di carcere all’ex deputato regionale Paolo Ruggirello, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa. La procura generale aveva chiesto la condanna a 15 anni per associazione mafiosa. Ruggirello, politico di Trapani, nel 2019 era finito nell’operazione dei carabinieri, denominata “Scrigno”, coordinata dalla Dda di Palermo, sui legami tra esponenti di Cosa nostra e politici del Trapanese.

Furono arrestate 25 persone e sequestrati beni per 10 milioni di euro. Lo scrive il Giornale di Sicilia. Al politico (passato dall’Mpa e del Pd) viene contestato di aver favorito la Mafia trapanese sul fronte degli appalti e di avere cercato l’appoggio elettorale delle cosche. Ruggirello avrebbe incontrato Pietro Virga, figlio del capomafia detenuto Vincenzo. Lo stesso politico aveva ammesso di avere ricevuto da Pietro Virga, prima delle elezioni regionali del 2017, la richiesta di 50 mila euro in cambio di mille voti, che avrebbe accettato solo per troncare il discorso. Le indagini si sono occupate anche di elezioni amministrative come quelle di Campobello di Mazara. I giudici hanno cancellato la condanna per Mafia, a 12 anni, nei confronti di Vito Gucciardi, riducendola a 5 anni e 10 mesi, già scontati e per questo scarcerato.

Confermate le pene nei confronti degli altri imputati: l’ex consigliere provinciale, l’architetto Vito Mannina (1 anno e 8 mesi) e l’ex consigliere comunale di Erice Alessandro Manuguerra (1 anno), accusati di corruzione elettorale. Per Mannina padre e Manuguerra i giudici hanno rigettato la richiesta di riqualificare il reato in voto di scambio politico-mafioso. Riconosciuta la continuazione del reato nei confronti di Nino Buzzitta, del mandamento mafioso di Trapani, e rideterminata la pena a venti anni e sette mesi di reclusione, rispetto ai 21 anni del primo. Confermata la condanna di primo grado nei confronti di Vito D’Angelo (16 anni) originario di Ravanusa, che a Favignana aveva organizzato una cellula di Cosa nostra. 

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