L’incontro tra i boss Dimino e Domingo e quei “picciotti americani”
I picciotti di Cosa Nostra americana passavano per Castellammare del Golfo che si conferma una importante base per gli affiliati italo-americani. Sono diversi gli incontri documentati nell’ambito dell’operazione Cutrara che, alle prime luci dell’alba, ha portato all’arresto di 13 persone facendo luce sulla famiglia mafiosa di Castellammare del Golfo guidata dal boss Francesco “Tempesta” Domingo. […]
I picciotti di Cosa Nostra americana passavano per Castellammare del Golfo che si conferma una importante base per gli affiliati italo-americani. Sono diversi gli incontri documentati nell’ambito dell’operazione Cutrara che, alle prime luci dell’alba, ha portato all’arresto di 13 persone facendo luce sulla famiglia mafiosa di Castellammare del Golfo guidata dal boss Francesco “Tempesta” Domingo. E (quasi) tutti i mafiosi di origine siciliana, ma residenti e con solidi legami negli Stati Uniti, passavano per le campagne di contrada Gagliardetta, feudo della famiglia Domingo, dove aggiornavano il capo mafia castellammarese delle dinamiche e degli equilibri di Cosa nostra oltreoceano. Le carte dell’inchiesta Cutrara si intrecciano con le indagini dei carabinieri del Ros che, lo scorso novembre, hanno portato al fermo – nell’ambito dell’operazione Passepartout – del boss di Sciacca, Accursio Dimino e del collaboratore parlamentare Antonello Nicosia. Le cimici e le telecamere degli investigatori documentano almeno due incontri tra i rispettivi capi delle famiglia di Sciacca e Castellammare del Golfo, tutti maturati da contatti preliminari tra presunti mafiosi italo-americani che si sono dati parecchio di fare per far conoscere per la prima volta, in una sorta di presentazione ufficiale, i due capimafia.
Ad organizzare gli incontri in un primo momento, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, sarebbero stati infatti Sergio Gucciardi, originario di Sciacca, fedelissimo di Dimino nonché proprietario di due bar a New York, e Stefano Turriciano, quest’ultimo originario di Castellammare del Golfo ma dimorante perlopiù negli Stati Uniti e, dalle informazioni acquisite dalla polizia giudiziaria, controllato nel 2007 all’aeroporto di Palermo con Franco Salvatore Montagna, originario di Alcamo e fratello Sal Montagna, come noto affiliato alla famiglia newyorkese dei Bonanno e assassinato il 24 novembre 2011 a Montréal. Alla conversazione telefonica prendeva parte anche tale “Nino”, che aveva chiesto al Gucciardi di organizzare un incontro a Castellammare e di portare con se’ anche “quel picciotto che era “venuto in America” con il quale il Gucciardi si era recato in un ristorante di New York (Nino: “eh … senti a me: ma tu puoi scendere a Castellammare … ti ricordi quel picciotto con cui sei andato a mangiare al ristorante a New York?” … “mi puoi “scendere” a lui? Di giorno però, puoi scendere di giorno qua?”). Che il “picciotto” atteso a Castellammare del Golfo fosse proprio Accursio Dimino trovava definitiva conferma il 30 luglio 2018, allorquando Sergio Gucciardi e Accursio Dimino si recavano insieme, a bordo di un’autovettura sottoposta a intercettazione, a Castellammare del Golfo, ove la Polizia giudiziaria predisponeva un servizio di osservazione, pedinamento e controllo. Dal servizio di osservazione si accertava altresì che successivamente anche Dimino e Gucciardi si erano allontanati dal bar, ove avevano fatto poi ritorno a bordo di un’autovettura condotta da Antonino Mistretta, originario di Castellammare del Golfo ma residente negli Stati Uniti e ritenuto affiliato ai clan di Cosa Nostra americana, da identificarsi probabilmente nel “Nino” con il quale il Gucciardi aveva intrattenuto la conversazione del 28 luglio 2018 e che aveva sollecitato l’organizzazione dell’incontro.
Giunti a Castellammare del Golfo, il Gucciardi e il Dimino si recavano, in compagnia di Stefano Turriciano, presso il “Flower Cafè”; che l’argomento trattato dai tre fosse di natura assolutamente riservata tale da dover essere sottratto a eventuali captazioni si comprendeva dal fatto che sia il Dimino (Dimino: “dove li mettiamo qua … questi telefoni?”) sia il Gucciardi avevano lasciato il loro telefono cellulare all’interno dell’autovettura. Dalle poche parole registrate,gli inquirenti hanno conferma che si era appena svolta una riunione mafiosa in cui i partecipanti si erano presentati nelle rispettive qualità di uomini d’onore e avevano discusso di un soggetto che doveva essere rispettato in ragione del suo “grado”.
Un secondo incontro viene documentato il 28 agosto 2018 ma questa volta, a recarsi a Castellammare del Golfo, c’è solamente Sergio Gucciardi. La trasferta era preceduta da alcune telefonate fra il Gucciardi e Michele Domingo, fratello del boss Franesco, tornato in libertà nel 2015 dopo una lunga carcerazione. L’incontro si teneva quindi il 28 agosto 2018, ancora una volta al “Flower Cafè” di Castellammare del Golfo, ove si recavano Sergio Gucciardi, Michele e Francesco Domingo che si spostavano poi nell’abitazione rurale di quest’ultimo, in contrada Gagliardetta.