“La mafia dei pascoli di Santa Margherita Belice”, annullati tutti gli arresti
L'unico indagato che resta in carcere (per altra causa) è il boss Pietro Campo
Il tribunale della Libertà, accogliendo le istanze avanzate dalle difese, ha annullato tutte le misure cautelari disposte nell’inchiesta su mafia ed estorsioni a Santa Margherita Belice. Il Riesame, dunque, ha annullato gli arresti di Pasquale Ciaccio, 59 anni, di Santa Margherita Belice (difeso dagli avvocati Carmelo Carrara e Antonino Augello) , Domenico Bavetta, 42 anni, di Montevago (difeso dall’avvocato Pietro Abate) , Giovanni Campo, 33 anni (difeso dall’avvocato Carmelo Carrara), Pietro Guzzardo, 46 anni (difeso dall’avvocato Giuseppe Giambalvo). Parzialmente accolto anche il ricorso di Pietro Campo, 72 anni (difeso dall’avvocato Carmelo Carrara), nei confronti del quale è stata annullata la contestazione di una aggravante.
L’operazione è scattata la scorsa settimana ed è stata eseguita dalla Squadra mobile di Agrigento. Le indagini ipotizzano il pervasivo controllo e la gestione illecita delle attivita’ agro-pastorali sul territorio girgentano di Santa Margherita del Belice, Montevago e Sambuca di Sicilia fino al confine con Contessa Entellina. Gli indagati, secondo l’attività investigativa, avvalendosi della indiscussa forza intimidatoria derivante dall’essere riconosciuti quali esponenti di vertice del mandamento mafioso di Santa Margherita di Belice, avrebbero attuato un incisivo controllo sull’economica agro-pastorale dell’area nonche’ sul connesso utilizzo dei fondi agricoli dell’entroterra belicino. In particolare, sono stati registrati diversi episodi in cui gli indagati, avvalendosi del metodo mafioso, avrebbero costretto i proprietari ed i gestori dei terreni agricoli a cedere la disponibilita’ di ampie aree di terreno da adibire al pascolo abusivo del bestiame, imponendo il pagamento di canoni irrisori che, in taluni casi, non sarebbero stati nemmeno corrisposti.