Mafia

Il mandamento mafioso di Canicattì, chieste 13 condanne nel processo Xidy

La procura chiede la conferma della sentenza di primo grado nel processo sul mandamento mafioso di Canicattì: a febbraio il verdetto

Pubblicato 3 giorni fa

La conferma di tutte le condanne disposte in primo grado e la rideterminazione della pena nei confronti dell’ex avvocato Angela Porcello alla luce di una recidiva contestata e già applicata nel precedente giudizio. Sono le richieste avanzate dalla procura generale di Palermo nei confronti dei 13 imputati coinvolti nello stralcio abbreviato dell’inchiesta “Xidy”, l’operazione dei carabinieri del Ros che ha fatto luce sul mandamento mafioso di Canicattì e sulla riorganizzazione della Stidda in provincia di Agrigento. 

I sostituti procuratori generali Giuseppe Fici e Carlo Lenzi chiedono, dunque, di confermare le condanne inflitte nel dicembre di due anni fa dal giudice per l’udienza preliminare Paolo Magro. In particolare: Giancarlo Buggea (20 anni), ritenuto esponente di spicco dell’interno mandamento; Angela Porcello (15 anni e 4 mesi), ex avvocato ritenuta la cassiera; Giuseppe Grassadonio (8 mesi); Calogero Di Caro (20 anni), storico capo del mandamento mafioso di Canicattì; Calogero Paceco (8 anni); Simone Castello (12 anni), ex “postino” di Bernardo Provenzano; Diego Emanuele Cigna (10 anni e 6 mesi); Gregorio Lombardo (17 anni e 4 mesi); Luigi Boncori (20 anni), ritenuto il capo della famiglia mafiosa di Ravanusa; Giuseppe Sicilia (18 anni e 8 mesi), considerato il capo della famiglia mafiosa di Favara; Giuseppe D’Andrea (3 anni e 4 mesi); Annalisa Lentini (1 anno e 8 mesi); Vincenzo Di Caro (1 anno). La sentenza di secondo grado è prevista il 5 febbraio.

Nel collegio difensivo gli avvocati Giuseppe Barba, Vincenzo Domenico D’Ascola, Giuseppe Oddo, Giuseppe Scozzari, Teresa Alba Raguccia, Lillo Fiorello, Giacinto Paci, Giovanni Salvaggio, Raffaele Bonsignore, Domenico Schillaci, Diego Giarratana, Liborio Pastorello, Luca Cianferoni, Antonino Gaziano, Salvatore Pennica, Valerio Accorretti, Antonino Reina. 

L’operazione – coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo ed eseguita dai carabinieri del Ros – scattò nel febbraio di tre anni fa. In quell’occasione furono arrestati i vertici dell’intero mandamento, poliziotti e anche l’avvocato Angela Porcello, ex compagna di Buggea, condannata in primo grado a 15 anni e 4 mesi poiché ritenuta cassiera del mandamento. La penalista, nel frattempo radiata dall’albo, ha anche tentato di avviare un percorso di collaborazione con la giustizia. Uno status che non le è mai stato riconosciuto. L’indagine coordinata dai magistrati della Dda di Palermo Paolo Guido, Claudio Camilleri, Gianluca De Leo e Francesca Dessì, oltre ad aver fatto luce sulle dinamiche interne al mandamento mafioso di Canicattì, ha anche puntato un faro sui componenti della nuova Stidda che si sarebbe contrapposta alla famiglia di Cosa Nostra. Ipotizzate anche una serie di estorsioni, in particolare nel settore delle mediazioni agricole.

Nove, invece, gli imputati che seguono il rito ordinario. Il processo è ancora fermo al giudizio di primo grado davanti la seconda sezione penale del tribunale di Agrigento: Giuseppe Falsone, boss ergastolano di Campobello di Licata e capo provinciale di Cosa Nostra; Antonino Chiazza, 51 anni, di Canicattì; Pietro Fazio, 48 anni, di Canicattì; Santo Gioacchino Rinallo, 61 anni di Canicattì; Antonio Gallea, 64 anni di  Canicattì; Filippo Pitruzzella, 60 anni; Stefano Saccomando, 44 anni di Palma di Montechiaro; Calogero Lo Giudice, 47 anni di Canicattì; Calogero Valenti,  57 anni, residente a Canicattì.

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