Mafia

I clan di Villaseta-Porto Empedocle e il traffico di droga, al via gli interrogatori 

La maggior parte degli indagati è accusata di reati inerenti al traffico di stupefacenti ma tra le contestazioni ci sono anche danneggiamenti aggravati dall’aver agevolato Cosa nostra

Pubblicato 3 ore fa

Cominceranno nel primo pomeriggio di domani, davanti il giudice per le indagini preliminari Antonella Consiglio, gli interrogatori di garanzia degli indagati raggiunti da misura cautelare negli scorsi giorni nell’ambito della maxi operazione dei carabinieri che ha fatto luce sulle cosche mafiose di Villaseta e Porto Empedocle nonché su un vasto traffico di sostanze stupefacenti anche al di fuori dei confini della provincia di Agrigento. Cinquantuno gli indagati, trentasei quelli finiti in carcere e quindici invece ai domiciliari. Molti tra loro erano stati già raggiunti dal provvedimento di fermo lo scorso 16 dicembre. Gli interrogatori di garanzia, che si celebreranno a partire da domani pomeriggio, riguardano invece tutti quei soggetti che non comparivano nel precedente provvedimento. 

GLI INTERROGATORI 

In otto, dunque, compariranno davanti il gip del tribunale di Palermo. Si tratta di: Gioacchino Giorgio, 39 anni, di Licata (difeso dagli avvocati Ninni Giardina e Debora Speciale); Antonio Crapa, 53 anni, di Favara (difeso dall’avvocato Calogero Vetro); Salvatore Damanti, 36 anni, di Agrigento (difeso dall’avvocato Salvatore Cusumano); Antonio Puma, 44 anni, di Agrigento (difeso dall’avvocato Salvatore Belmonte); Stefano Rinallo, 40 anni, di San Cataldo (difeso dall’avvocato Calogero Li Calzi); Alessandro Trupia, 36 anni, di Agrigento (difeso dagli avvocati Leonardo Marino e Carmelita Danile); Giuseppe Casà, 29 anni, di Agrigento (difeso dall’avvocato Annalisa Russello). 

LE ACCUSE 

La maggior parte degli indagati è accusata di reati inerenti al traffico di stupefacenti ma tra le contestazioni ci sono anche danneggiamenti aggravati dall’aver agevolato Cosa nostra. Ecco le singole posizioni: Salvatore Damanti, 36 anni, di Agrigento, è accusato di due episodi di danneggiamento aggravato. In particolare, gli si contesta l’aver incendiato due automezzi nel novembre 2024 e un furgoncino nell’agosto dello stesso anno su ordine del boss Pietro Capraro e del suo braccio destro Gaetano Licata.  Lo stesso reato è contestato a Giuseppe Casà, 29 anni, di Agrigento. Il giovane avrebbe incendiato con altri due indagati, lo scorso 3 ottobre, uno scooter e un’auto nel quartiere del campo sportivo di Agrigento su ordine del boss Pietro Capraro. Tutti gli altri indagati rispondo di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. In particolare: Alessandro Trupia, 36 anni, di Agrigento, è accusato di aver acquistato cocaina da Angelo Tarallo  nel marzo 2023 per poi rivenderla al dettaglio ad un giro di clienti; Antonio Puma, 44 anni, di Agrigento, è accusato di aver acquistato cocaina per un importo di 8 mila euro dai fornitori “canicattinesi” Vincenzo Parla e Carmelo Corbo il 29 novembre 2022. Stefano Rinallo, 40 anni, di San Cataldo, è accusato di aver acquistato dai fornitori “gelesi” Giuseppe Pasqualino e Giuseppe Nicastro, con l’intermediazione di Vincenzo Parla, circa 200 grammi di cocaina al prezzo di 35 euro al grammo per poi rivenderlo al dettaglio ad altri soggetti nel novembre 2023. Antonio Crapa, 53 anni, di Favara, è accusato di aver acquistato dal clan di Villaseta cocaina pari ad un importo di 19.250 euro per poi rivenderla al dettaglio; Gioacchino Giorgio, 39 anni, di Licata, è infine accusato di aver acquistato nel novembre 2023, tra Canicattì’ e Licata, 13.300 euro di cocaina dai membri dai fornitori canicattinesi Vincenzo Parla e Carmelo Corbo. 

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