“Clan dei casalesi e scommesse online”, 33 arresti: c’è anche 55enne di Ribera
L’agrigentino era già stato coinvolto nell’inchiesta “Galassia”
Una organizzazione criminale, contigua a cosche di camorra e altre mafie, che ha gestito scommesse illegali e gioco d’azzardo, reimpiegando il denaro ‘sporco’. E’ il centro di una inchiesta dei carabinieri di Salerno che ha portato a 33 misure cautelari in carcere che i militari dell’Arma hanno eseguito. Tra loro c’è anche Gino Vincenzo D’Anna, 55 anni di Ribera. L’uomo è accusato di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di una serie indeterminata di delitti in materia di giochi e scommesse illegali, all’intestazione fittizia di beni, riciclaggio, reimpiego di denaro provento di delitto in attivita’ economiche, auto-riciclaggio, con l’aggravante di aver commesso il fatto al fine di agevolare la criminalita’ organizzata. D’Anna è stato coinvolto nel 2018 nell’operazione “Galassia” che ipotizza la mano delle organizzazioni criminali dietro il ricchissimo business delle scommesse online. Per questa vicenda la Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria ha avanzato la richiesta di rinvio a giudizio nei suoi confronti lo scorso maggio.
Un sistema piramidale alla cui base c’era il player, il giocatore, che di fatto finanziava l’attivita’ di gaming online. Alla punta piu’ alta, invece, il vertice vendeva ai vari livelli gestionali crediti ‘virtuali’ che, poi, diventavano ‘reali’ grazie alle giocate, online o ai totem fisici scollegati dalla rete dei Monopoli, dei giocatori finali. Gli introiti stimati sono stati quantificati, in due anni, in oltre 5 miliardi di euro e, qualora i giochi fossero stati svolti in forma lecita, l’Erario avrebbe incassato circa 500 milioni. I carabinieri hanno eseguito anche un sequestro preventivo di 11 siti web e di due societa’ con sede legale a Mercato San Severino, nel Salernitano, e di 3 milioni di euro nei confronti di Luigi Giuseppe Cirillo e di altre persone ritenute suoi prestanome. Cirillo, nell’ordinanza cautelare, viene ritenuto capo e promotore del sodalizio criminale perche’ avrebbe creato una holding del gaming online illecito sul territorio nazionale ed estero, avvalendosi anche dei legami con i Casalesi. Il tutto sarebbe avvenuto su una piattaforma, creata nei primi anni 2000 da un uomo (il cui nome compare tra i destinatari del provvedimento per il reato di ricettazione) e poi potenziata, sulla quale giocavano e scommettevano milioni di giocatori in tutto il mondo.
Sarebbero stati utilizzati siti web prevalentemente con domini .com e .eu, senza autorizzazioni dei Monopoli di Stato italiani e allocati su server che, seppur coordinati da Mercato San Severino, erano ubicati tra Panama e l’Isola di Curacao. Scommesse, casino’, poker texas hold’em sono alcuni dei giochi che, secondo la ricostruzione investigativa, sarebbero stati programmati ed eseguiti abusivamente associandosi alla rete ‘dbgpoker’. Alcuni dei giochi, inoltre, sarebbero stati fruibili anche su slot machines e totem in diverse attivita’ commerciali, per lo piu’ del Sud Italia. Sempre secondo la tesi investigativa e condivisa dal gip, il sistema piramidale prevedeva che, “a ogni passaggio di livello – spiega la procura di Salerno – sarebbe stata corrisposta una percentuale per la prestazione fornita da ciascun componente della piramide di gioco, a seconda di quanto stabilito in sede di ‘contrattualizzazione'”. Poi, la consistente quota parte sarebbe andata nelle casse del casino’, livello apicale e amministratore globale. Tra i reati contestati a Cirillo vi e’ l’autoriciclaggio per degli investimenti immobiliari fatti a Panama e il porto abusivo di arma da sparo. Uno degli indagati avrebbe venduto una Lamborghini Murcielago, fittiziamente intestata a una societa’ iscritta nei registri della Repubblica Ceca, a una concessionaria di Torino. Contestata, per alcuni reati, l’aggravante mafiosa sotto il profilo dell’agevolazione al clan dei Casalesi perche’ vi sarebbe stata la “consapevole fornitura – scrive la procura di Salerno – della piattaforma di gioco illegale a soggetti ad esso contigui, che, sulla base delle risultanze, ne avrebbero cosi’ alimentato le casse”. La cattura delle persone fuori dal territorio nazionale sono state eseguite con il supporto del servizio per la cooperazione internazionale di polizia della Direzione centrale Polizia criminale – Ufficio esperto per la sicurezza in Romania.
“Gli organizzatori si servivano di siti internet con domini .com ed .eu, tutti privi delle autorizzazioni dei Monopoli di Stato italiani, allocati presso diversi server che, seppur coordinati da Mercato San Severino, sono materialmente ubicati in paradisi fiscali come Panama e l’isola di Curacao. Il sodalizio avrebbe abusivamente programmato ed eseguito il gioco delle scommesse, del casinò e del poker Texas Hold’em associandosi alla rete “dbgpoker”. Alcuni giochi risultavano fruibili anche su slot machine e totem materialmente posti in diverse attività commerciali, la maggior parte delle quali nel Sud Italia, alle quali erano imposti dai gruppi criminali egemoni sul territorio. Al capo dell’organizzazione è contestato anche l’autoriciclaggio per una serie di investimenti fatti con gli introiti delle condotte illecite, in particolare a Panama dove avrebbe acquistato una serie di immobili. Uno degli indagati avrebbe inoltre venduto una Lamborghini Murcielago, fittiziamente intestata a una società iscritta nei registri della Repubblica Ceca, venduta a una concessionaria di Torino. Viene contestata l’aggravante mafiosa per l’agevolazione al clan dei Casalesi per la “consapevole fornitura della piattaforma di gioco illegale a soggetti ad esso contigui che, sulla base delle risultanze, ne avrebbero così alimentato le casse”, scrive la Procura di Salerno.
“La cattura delle persone fuori dal territorio nazionale è stata eseguita con il supporto del Servizio per la cooperazione internazionale di polizia, della Direzione centrale Polizia criminale – Ufficio esperto per la sicurezza in Romania, attraverso uno scambio info-operativo che ha coinvolto il collaterale romeno nella fase di localizzazione e cattura all’estero”, fa sapere il Comando provinciale dei Carabinieri di Salerno.