Lampedusa

Migranti, 500 studenti europei a Lampedusa per Giornata memoria

Sono passati undici anni dalla strage di 368 migranti morti il 3 ottobre 2013, a mezzo miglio dall'isola.

Pubblicato 2 mesi fa

Fino al 3 ottobre, Giornata della memoria e dell’accoglienza, avranno luogo a Lampedusa commemorazioni, dibattiti, testimonianze, laboratori e tavole rotonde alla presenza di oltre 500 studenti europei. Sono passati undici anni dalla strage di 368 migranti morti il 3 ottobre 2013, a mezzo miglio dall’isola. Il titolo dell’iniziativa e’ “Protect people not borders”. Tareke Brhane (presidente del Comitato 3 ottobre) e Fernando Chironda (segretario generale) hanno accolto a Lampedusa i giovani provenienti da sei Paesi dell’Europa per commemorazioni, workshop, dibattiti, tavole rotonde e incontri con le persone sopravvissute ai naufragi e i parenti delle vittime.

“Con noi – spiegano – ci sono tantissime organizzazioni, agenzie delle Nazioni Unite, artisti ed esperti del settore per dare l’opportunita’ agli studenti capire e conoscere le migrazioni da punti di vista diversi da quelli a cui ci ha abituato il dibattito pubblico. Giornate di formazione preziosa e unica nel suo genere in Europa che puo’ essere il punto di partenza per un approccio diverso a livello europeo al tema delle migrazioni”. Oltre mille persone, ricordano gli organizzatori, “sono morte solo nel 2024 ma ancora i governi non aprono corridoi umanitari e non autorizzano operazioni di soccorso stabili e continuative. Negli ultimi 12 mesi abbiamo incontrato oltre 12mila studenti e studentesse di 98 scuole di 8 Paesi europei per tenere viva l’attenzione su quello che continua a succedere nel Mediterraneo, nell’indifferenza. Non possiamo rassegnarci a questa strage: insieme a testimoni e parenti delle vittime continuiamo a cercare di cambiare l’Europa a partire dalle nuove generazioni dandogli l’opportunita’ di conoscere cosa accade davvero ai nostri confini, attraverso le voci di chi ha vissuto sulla propria pelle il dramma delle migrazioni verso l’Europa”.

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