“Uccide il consuocero per un matrimonio non gradito”, condannato a 14 anni e 6 mesi
Condannato un pensionato di Canicattì ma cade l'accusa di tentato omicidio della nuora e l'omicidio volontario è stato riqualificato in preterintenzionale
Quattordici anni e sei mesi di reclusione per aver ucciso il consuocero al culmine di una lite scaturita per il matrimonio in programma tra i figli mai del tutto digerito. La Corte di Assise di Agrigento, presieduta dal giudice Alfonso Malato, ha condannato Luigi Lalomia, 77 anni, pensionato di Canicattì, per l’omicidio di Mario Vincenzo Lauricella, meccanico sessantenne. L’imputato, difeso dall’avvocato Calogero Meli, era accusato anche del tentato omicidio della nuora. La Corte di Assise – escludendo l’aggravante della premeditazione e concedendo le attenuanti generiche – ha riqualificato i reati in omicidio preterintenzionale, per quanto riguarda la morte di Lauricella, e lesioni personali gravi per quanto riguarda la figlia.
La Corte ha altresì disposto una provvisionale immediatamente esecutiva di 35 mila euro in favore delle persone offese che si sono costituite parte civile rappresentate dall’avvocato Salvatore Amato. Il pm aveva chiesto la condanna dell’imputato a 26 anni di reclusione. Alla base della drammatica vicenda, secondo quanto ipotizzato adesso dall’accusa, un matrimonio programmato e mai digerito tra il figlio di Lalomia e la figlia della vittima. Il 30 maggio 2021, a margine dell’ennesima violenta discussione, la situazione degenerò. Il pensionato, a bordo di un Fiat Doblò, investì il consuocero schiacciandolo contro il muro del magazzino. La dinamica della tragedia è ancora oggi al centro di un’aspra discussione tra accusa e difesa. Mario Vincenzo Lauricella in quell’occasione, prima di essere travolto dal mezzo pesante, riuscì a salvare la figlia spingendola fuori dalla traiettoria del veicolo. Il meccanico morì all’ospedale di Messina dopo un mese di agonia.