Strage Altavilla Milicia, oggi in carcere udienza convalida per i tre fermati
Nella villetta i Carabinieri hanno sequestrato vari oggetti che sono stati utilizzati per torture
Col passare delle ore emergono nuovi macabri particolari sulla strage di Altavilla Milicia. I due fratelli Kevin ed Emanuel, uccisi dal padre Giovanni Barreca, sarebbero stati trovati legati mani e piedi con delle catene e con uno strofinaccio in bocca. Per strozzarli sarebbe stata usata una sciarpa. Per le sevizie sarebbero stati usati anche cavi elettrici. L’uomo, che avrebbe anche ammazzato e dato fuoco alla moglie, Antonella Salamone, era convinto che fossero posseduti dal demonio e che fosse necessario un esorcismo per liberarli. Risparmiata l’altra figlia, una 17enne, che sarebbe stata trovata all’interno dell’abitazione in stato di shock. “Era la prediletta”, dicono i vicini di casa. Gli inquirenti stanno cercando di ricostruire cosa abbia fatto in quelle ore di orrore la 17enne; Cosa abbia visto o sia stata costretta a vedere, o forse subire, in quella casa degli orrori rimane un mistero.
Intanto per domani mattina alle 9,30 nel carcere Pagliarelli di Palermo l‘udienza di convalida del fermo di Giovanni Barreca, Sabrina Fina e Massimo Caradente, accusati di omicidio plurimo e, nel caso di Barreca, anche di soppressione di cadavere. I tre, secondo i carabinieri e i magistrati della procura di Termini Imerese, sono i responsabili della strage di Altavilla Milicia. Secondo i primi sviluppi delle indagini dei carabinieri, Barreca, Carandante e Fina si sarebbero conosciuti in una chiesa evangelica. Erano tutti fanatici religiosi. Il triplice omicidio sarebbe maturato in questo contesto, Barreca avrebbe infatti detto agli inquirenti, che doveva liberare la sua casa e suoi familiari dalla presenza del demonio. Da quanto emerso dalle indagini – anche sentendo la terza figlia diciassettenne, risparmiata dal padre ma trovata in stato confusionale domenica mattina – nella casa di Altavilla sarebbe stato eseguito anche un rito esorcistico.
LE PAROLE DI UN TESTIMONE
“Antonella Salamone l’ho incontrata giovedì 8 alle 16.15 davanti alla mia agenzia di posta privata. Dunque fino a giovedì era viva. Era serena e mi voleva dare dei volantini per pubblicizzare la vendita di alcuni cosmetici. L’ho vista tranquilla anche se ultimamente mi diceva che voleva andare via dal paese e andare a Novara dai suoi parenti”. Lo ha raccontato oggi il commerciante che ha l’ufficio di poste private ad Altavilla Milicia in via Roma che ha dichiarato di aver visto Antonella Salamone, l’8 febbraio scorso. Una testimonianza che cambia quanto ricostruito finora. C’era chi aveva avanzato l’ipotesi che la donna fosse stata uccisa martedì scorso. “Antonella e Giovanni erano persone tranquille. Il 24 febbraio era organizzato un incontro in un bar per la presentazione dei cosmetici. – aggiunge il commerciante – Non erano fanatici, erano evangelici. Non so come sia potuto accadere tutto quello che dicono sia successo. Forse per una sudditanza psicologica, forse perché qualcuno l’ha plagiato. Giovanni era minuto. Da solo non avrebbe potuto compiere un gesto simile. Qualcuno lo avrà fomentato”.