Giudiziaria

Sara Campanella, il legale dell’assassino: “Non chiederò mai assoluzione ma perizia psichiatrica”

Per Stefano Argentino, Cultrera "non chiederà mai un'assoluzione" ma, dopo averci parlato, è sempre più convinto che una perizia psichiatrica"

Pubblicato 2 giorni fa

Di Sara Campanella e di come l’ha uccisa, Stefano Argentino ancora non riesce a parlare chiaramente “anche se – sottolinea all’Adnkronos il suo avvocato Giuseppe Cultrera – ha chiaramente la testa a quello che ha fatto, sa che è in carcere per questo e che parliamo per questo motivo”. Ieri il legale, che ha assunto la difesa solo nei giorni scorsi, ha incontrato per la prima volta il ragazzo che il 31 marzo, all’uscita dell’Università di Messina, ha accoltellato e ucciso Sara Campanella, 22 anni, collega di cui si era invaghito e che l’aveva rifiutato.

“E’ stato più un colloquio conoscitivo, non gli ho parlato molto delle indagini e dell’omicidio perché non volevo turbarlo e chiudere le porte ad un’eventuale futura confessione – spiega Cultrera – Lui chiaramente ha la testa a quello che ha fatto, lo definisce ‘fattaccio’, ‘quello che è successo’, ma ancora non ha il coraggio di esprimere tutto”. La sensazione del legale, dopo il colloquio, “è che ci sia qualcosa che non va. E’ molto giù, scosso, e non ha abbandonato l’idea di farla finita. Da profano posso dire che nel colloquio con lui emerge un qualche disagio, qualche disturbo che andrà accertato”. Per Stefano Argentino, Cultrera “non chiederà mai un’assoluzione” ma, dopo averci parlato, è sempre più convinto che una perizia psichiatrica/psicologica “sia necessaria”.

“Stefano pagherà per quello che ha fatto – dice – ma per poter fare ciò vi devono essere le condizioni giuridiche che devono essere accertate da uno specialista che potrà darci delle spiegazioni in più. La perizia psichiatrica è finalizzata a comprendere la capacità o l’incapacità del soggetto, il supporto di uno psicologo allo psichiatra potrebbe essere utile per valutare il perché e se c’è qualche problema pregresso che l’ha spinto alla non accettazione del rifiuto. Sicuramente, oggi, Stefano ha compreso che la sua vita è finita, continua a ripetere che ‘la sua vita è una cosa che non ha senso'”.

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