Saguto, chiesti 8 anni e 2 mesi di carcere per l’ex magistrato
E' quanto chiesto al termine della requisitoria del nuovo processo d'appello a carico della ex magistrata accusata di corruzione per l'amministrazione dei beni confiscati
“Rideterminare la pena inflitta all’ex giudice Silvana Saguto in 8 anni, 2 mesi e 15 giorni di carcere”. E’ quanto chiesto al termine della requisitoria del nuovo processo d’appello a carico della ex magistrata accusata di corruzione per l’amministrazione dei beni confiscati. Nel primo processo d’appello, la magistrata radiata dall’ordine giudiziario, era stata condannata a 8 anni e 10 mesi. La Corte di Cassazione ha poi rinviato gli atti a Caltanissetta perché alcuni reati contestati nei capi d’imputazione sarebbero già prescritti e pertanto le pene vanno rideterminate.
Nel processo sono imputati anche il marito dell’ex magistrato, Lorenzo Caramma, l’avvocato Gaetano Cappellano Seminara, ex amministratore giudiziario per i beni sequestrati, il professor Carmelo Provenzano, il commercialista Roberto Santangelo, e il tenente colonnello Rosolino Nasca. L’ex magistrata Silvana Saguto, che dopo la sentenza della Cassazione era stata arrestata, come il marito e l’ex amministratore giudiziario Cappellano Seminara, risulta tuttora detenuta. Secondo l’accusa avrebbe gestito, insieme ad altri, ”in maniera clientelare” i ”beni sequestrati alla mafia e avrebbe messo in piedi un vero e proprio sistema”.
L’accusa è rappresentata oltre che Pg Fabio D’Anna anche dal sostituto procuratore generale Gaetano Bono. Per il marito, Lorenzo Caramma, è stata chiesto di rideterminare la pena inflitta a 6 anni, 1 mese e 5 giorni di reclusione. Per Rosolino Nasca a 2 anni e 8 mesi di reclusione. Per Nicola Santangelo chiesto di rideterminare la pena a 4 anni di reclusione. Per il prof. Carmelo Provenzano chiesto di rideterminare la pena a 6 anni e 8 mesi di reclusione. Per Gaetano Cappellano Seminara a 6 anni, 9 mesi e 5 giorni di reclusione. Per lo stesso è stato chiesto dalla Procura generale di “estendere la confisca per equivalente già disposta in primo grado fino alla concorrenza di 6.035.472, 72 euro”