L’omicidio dell’imprenditore Totò Lupo, 16 anni di carcere all’ex suocero: non ci fu premeditazione
Cancellato l'ergastolo a Giuseppe Barba, accusato di aver ucciso l'ex genero Salvatore Lupo: per i giudici non ci fu premeditazione
Ha ucciso l’ex genero, con il quale erano sorti contrasti legati alla separazione di quest’ultimo con la figlia, ma non fu un delitto premeditato. Lo hanno stabilito i giudici della Corte di assise di appello di Palermo, presieduta da Angelo Pallino, che hanno inflitto 16 anni di reclusione a Giuseppe Barba, 68 anni, per l’omicidio dell’imprenditore ed ex presidente del consiglio comunale di Favara Salvatore Lupo, freddato a colpi di pistola all’interno di un bar nel giorno di Ferragosto del 2021. Riformata, dunque, la sentenza di primo grado quando la Corte di assise di Agrigento condannò all’ergastolo l’imputato.
Una consistente riduzione di pena – quella decisa dai giudici di appello – che hanno fatto cadere l’aggravante della premeditazione. Barba e’ stato sospettato fin dal primo momento per via dei contrasti economici legati alla separazione della vittima con la figlia. L’imputato sarebbe stato tradito dalle immagini di un filmato, estratto dalle telecamere di un impianto di videosorveglianza, che immortalava la sua Fiat Panda mentre effettuava un tragitto nella direzione della via IV novembre, dove, nel bar, era stato commesso l’omicidio dell’imprenditore che gestiva una serie di comunita’ per disabili e operava nel settore dell’edilizia.
Lupo e’ stato freddato a colpi di pistola davanti all’ingresso della porta del bagno: il titolare (finito poi sotto inchiesta) ha negato di avere visto il killer in azione dicendo che, in quel momento, si era abbassato per riempire le vaschette di gelato che Lupo gli aveva chiesto. Sull’auto sono state trovate tracce di polvere da sparo: i numerosi testimoni, inoltre, hanno confermato i contrasti fra i due che avevano pure litigato in pubblico. Le immagini della videosorveglianza, quindi, hanno immortalato la Fiat Panda dell’imputato, in un percorso e orario ritenuti compatibili, con la realizzazione dell’omicidio. Il legale dell’imputato, l’avvocato Salvatore Pennica, ha commentato così la sentenza: “Ad Agrigento su Barba non c’è stato un giudizio ma un pregiudizio sin dalle prime battute. Delitto senza movente e senza ritrovamento dell’arma con un forte pregiudizio sul suocero che è stato condannato ancora prima della sentenza”