Giudiziaria

L’omicidio del rivenditore di auto a Favara, rito abbreviato per il vicino di casa

Il rivenditore di auto è stato ucciso nel dicembre 2023 con cinque colpi di pistola, il movente del delitto sarebbe una diatriba tra vicini di casa

Pubblicato 12 ore fa

Sarà giudicato col rito abbreviato Stefano Nobile, il cinquatottenne accusato dell’omicidio del rivenditore di auto Francesco Simone, ucciso con cinque colpi di pistola il 7 dicembre dello scorso anno in contrada Poggio a Favara. Lo ha disposto il giudice Giuseppa Zampino che ha accolto la richiesta del difensore dell’imputato, l’avvocato Giuseppe Barba. Nobile, oltre al reato di omicidio, deve rispondere anche di porto in luogo pubblico, detenzione e ricettazione di un revolver calibro 32. Questa mattina i familiari della vittima – cinque in tutto le persone offese – si sono costituite parte civile rappresentate dall’avvocato Angelo Piranio. Il giudice ha già fissato un calendario ben preciso: il 4 marzo ci sarà l’esame dell’imputato, il 25 marzo la requisitoria del pubblico ministero e la discussione della parte civile, il 15 aprile invece l’arringa della difesa.

La procura di Agrigento – con il procuratore capo Giovanni Di Leo ed il sostituto Maria Barbara Grazia Cifalinò – aveva chiesto e ottenuto il giudizio immediato nei confronti di Nobile. Il provvedimento era stato disposto dal gip Giuseppe Miceli.

Un omicidio che, per le modalità di esecuzione ed un (apparente) vuoto di tracce lasciate dal killer, avevano aperto spazi alle ipotesi più disparate. Niente di tutto questo. Non c’è la mano della criminalità organizzata e neanche della malavita comune. Francesco Simone, rivenditore di auto di 68 anni, sarebbe stato ucciso per dissidi tra vicini di casa. Un cancello, per la precisione. In realtà i carabinieri del Nucleo Investigativo, guidati dal tenente colonnello Vincenzo Bulla, avevano le idee chiare fin dal principio. A poche ore dal delitto, infatti, i militari dell’Arma avevano un quadro nitido e completo dell’intera vicenda: movente e responsabile. 

Rancori e malumori coltivati e maturati nel tempo fino al tragico epilogo del 7 dicembre. Sebbene le indagini si fossero fin da subito concentrate sulla figura di Stefano Nobile sono passati cinque mesi prima del suo arresto. Il tempo ritenuto necessario dagli inquirenti per mettere in fila numerosi indizi ed evidenti contraddizioni per blindare il caso. Gli accertamenti biologici, i tabulati telefonici, la presenza di polvere da sparo, gli spostamenti dell’indagato e, infine, le conclusioni della perizia medica hanno chiuso il cerchio. Una lunga lista di indizi che, uniti da un filo logico, hanno consentito agli inquirenti di chiedere e ottenere la cattura di Nobile.

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *