L’ascesa di Iachino Amico, dalle truffe ai legami con la politica: “Facciamo la lista a Canicattì”
Ma di strada Gioacchino Amato ne ha fatta tanta e, a dire il vero, con molta sorpresa di quanti lo hanno conosciuto
La politica era il suo pallino sin da giovane e aveva tentato, senza molto successo, a candidarsi per un posto al Consiglio comunale di Canicattì. Era il 2016 e Gioacchino Amico si era candidato con il Movimento Fare guidato allora dall’ex sindaco di Verona Flavio Tosi, sostenendo la candidatura a sindaco di Gioacchino Asti oggi assessore Dc della Giunta Corbo. Andò male ma il rampante (lo abbiamo scoperto adesso) canicattinese depose le armi in attesa di tempi migliori, senza tuttavia perdere di vista l’importanza della politica nel senso peggiore del termine. Per lui la politica doveva stare al servizio e attuare i desiderata di gente senza scrupoli. Ma di strada Gioacchino Amato ne ha fatta tanta e, a dire il vero, con molta sorpresa di quanti lo hanno conosciuto.
Nelle oltre duemila pagine di ordinanza il suo nome compare continuamente e c’è di tutto. Traffico di droga, estorsioni, appalti, legami con la politica, addirittura il presunto coinvolgimento in un omicidio (“lupara bianca”) e un ruolo di vertice nella “super cosa”, una confederazione tra famiglie di Cosa nostra, ndrangheta e camorra che operava in Lombardia. Per la Procura di Milano, guidata dall’agrigentino Marcello Viola, il canicattinese Gioacchino “Iachinu” Amico, 39 anni, ha percorso con successo molteplici tragitti non tutti nel senso indicato dalla legalità. Dalle truffe in provincia di Agrigento per ottenere prestiti (fu arrestato nel 2010 nell’operazione Cash della Squadra mobile) ad un ruolo di primo piano nel clan camorristico Senese, la famiglia riconducibile al figlio di “Michele o pazz”. Almeno è questa l’ipotesi avanzata dagli inquirenti che hanno indagato su di lui per oltre due anni. Ricostruzione che però non è stata condivisa dal Gip del Tribunale di Milano Tommaso Perna che ha di fatto sconfessato l’intera inchiesta rigettando 142 misure cautelari su 153 richieste. Sono “soltanto” 11 gli arresti firmati dal giudice e tra questi c’è anche quello di Gioacchino Amico ma non per mafia. Il Gip scrive: “Non si comprende come un soggetto sostanzialmente incensurato possa rivestire il ruolo di vertice della cosca Senese e, secondo la tesi accusatoria, quello di vertice dell’intera associazione consortile, della quale peraltro farebbero parte membri che in passato o anche oggi sono certamente ai vertici di altre associazioni di stampo mafioso.” Per il giudice, insomma, Amico non è un boss di primo piano ma – tutt’al più – un trafficante di droga con le mani in pasta in svariati campi. In politica, ad esempio, sembrava muoversi piuttosto bene.
Il 16 giugno 2020 è al telefono con una assistente parlamentare: “Com’è finita con la tessera del partito?”. Per poi, in una successiva intercettazione, affermare di aver ricevuto la tessera di Fratelli d’Italia. Il 20 maggio 2020 i carabinieri registrano un incontro a Roma in un ristorante con Carmela Bucalo, oggi senatrice di Fratelli d’Italia, e Paola Frassinetti, attuale sottosegretaria all’Istruzione del governo Meloni. Amato, insieme al canicattinese Raimondo Orlando, viene fotografato in un ristorante in via delle Coppelle. E Amico, intercettato, non nasconde le sue ambizioni politiche nella sua città: “Il prossimo anno abbiamo le comunali a Canicattì e ci facciamo la lista – dice – io chiamo la Frassinetti.” Ed in effetti, Amico la lista l’ha fatta piazzando due suoi fedelissimi complici: Maria Marino e Raimondo Orlando entrambi oggi indagati nell’inchiesta Hydra. Nel 2021, anno delle comunali a Canicattì’, Maria Marino e Raimondo Orlando si sono candidati insieme con la lista “Facciamo squadra per Canicattì” vicina alle posizioni dell’on. Roberto Di Mauro e che faceva capo al presidente del Consiglio comunale Mimmo Licata da poco transitato nella Dc
Le conoscenze di Amico non si fermerebbero qui e delineano una particolare traiettoria che tange oltre che Fratelli d’Italia anche Forza Italia. Scrive la Dda milanese: “Emerge il contatto diretto di Gioacchino Amato con il senatore Mario Mantovani, ex di Forza Italia oggi con Fratelli d’ Italia. Il 25 gennaio 2021 Amico, parlando con un uomo del clan Senese, “accenna alla possibilità di aggiudicarsi il servizio di pulizia e manutenzione del verde presso le Usa del senatore Mantovani”.