Giudiziaria

Il tentato omicidio a Joppolo, commerciante confessa e va ai domiciliari: “Non volevo uccidere”

Il commerciante ha dichiarato di aver sì sparato ma non per uccidere, fornendo la sua versione di quanto avvenuto sabato notte

Pubblicato 3 mesi fa

Il gip del tribunale di Agrigento, Iacopo Mazzullo, ha convalidato l’arresto di Francesco Russo, 29 anni, commerciante, accusato del tentato omicidio di un ventitreenne avvenuto nella notte tra sabato e domenica a Joppolo Giancaxio. Il giudice ha disposto nei confronti dell’indagato, difeso dagli avvocati Santo Lucia e Leonardo Marino, la misura cautelare dei domiciliari con obbligo di braccialetto elettronico. Il ventinovenne lascia così il carcere di Agrigento dopo tre giorni. Accolta, dunque, la richiesta del sostituto procuratore Gaspare Bentivegna che coordina le indagini.

Russo è accusato di tentato omicidio e porto abusivo di arma. L’indagato, nella notte tra sabato e domenica, ha esploso un colpo di pistola calibro 44 all’indirizzo di T.A., 23 anni. La vittima è stata colpita sotto la clavicola, subendo la lesione di un polmone e del midollo spinale. È stato un conoscente a soccorrerlo e portarlo in guardia medica prima del trasferimento all’ospedale di Agrigento e poi al Villa Sofia di Palermo. All’origine della lite, ricostruita anche grazie alla testimonianza dello stesso gruppo di amici, ci sarebbe stata la sottrazione-danneggiamento di un telefono di un cugino disabile di Russo. Quest’ultimo, dopo essersi armato, ha sparato al rivale per poi allontanarsi e trovare rifugio in una casa di campagna. L’arma, con matricola abrasa, è stata gettata in un campo. È stato lo stesso Russo, fermato dai carabinieri in auto lungo la strada provinciale 18, a far rinvenire la pistola e i vestiti indossati quella notte.

Nel pomeriggio di oggi si è celebrato l’interrogatorio di garanzia e il ventinovenne ha reso dichiarazioni al giudice fornendo la sua versione dei fatti. Russo ha cercato di chiarire la sua posizione affermando di aver sparato per reazione. Il ventinovenne ha dichiarato di aver difeso il cugino disabile, preso di mira dalla vittima in più occasioni negli ultimi mesi con denigrazioni, furti e danneggiamenti. Il commerciante ha dichiarato di aver sì sparato ma non per uccidere fornendo la sua versione di quanto avvenuto sabato notte e cioè di essere stato colpito alla testa, di aver perso gli occhiali da vista e di aver sparato soltanto uno dei due colpi in canna non appena vista una sagoma sfuocata.

Scrive il giudice: “Sussistono gravi indizi di colpevolezza a carico dell’arrestato con riferimento a tutti i reati oggetti della provvisoria insolazione. Sussistono anche i gravi indizi di colpevolezza da inquadrarsi anche nel successivo uso dell’arma da parte dell’indagato che connotano in termini particolarmente preoccupanti la personalità del Russo, anche alla luce del fatto che il porto dell’arma rinviene una motivazione assolutamente futile nell’intenzione di spaventare la vittima. La leggerezza e la spregiudicatezza nell’agire portano a non poter escludere la tenuta di condotte similari e impongono pertanto l’adozione di una misura cautelare idonea a evitare future occasioni di reato.”

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