Giudiziaria

Frode nel commercio di carburante, arrestato imprenditore di Palma: indagati altri 4 agrigentini (NOMI)

Quattro dei cinque imprenditori coinvolti nell’inchiesta sono di Palma di Montechiaro (uno di Raffadali): i dettagli

Pubblicato 1 mese fa

È un’inchiesta che parla molto agrigentino quella coordinata dalla procura di Catania, culminata questa mattina con 15 misure cautelari eseguite dalla Guardia di Finanza, che ipotizza l’esistenza di un’associazione a delinquere finalizzata alla sottrazione fraudolenta all’accertamento e al pagamento delle accise su prodotti energetici, emissione di fatture per operazioni inesistenti, frode in commercio e autoriciclaggio. Cinque delle quattordici persone indagate sono, infatti, agrigentine, tutti imprenditori impegnati nel settore del commercio di carburante. Si tratta di Pietro Giuseppe La Quatra, 34 anni, di Palma di Montechiaro; Salvatore Incardona, 45 anni, di Palma di Montechiaro; Rosario Falco, 48 anni, di Palma di Montechiaro; Calogero Sambito, 64 anni, di Palma di Montechiaro; Alfonso Farruggia, 60 anni, di Raffadali. Il Gip del tribunale di Catania, Simona Ragazzi, ha disposto gli arresti domiciliari per La Quatra mentre per gli altri quattro agrigentini è scattata la misura dell’obbligo di dimora e la sospensione di esercitare attività di impresa per un anno

Giuseppe La Quatra, di Palma di Montechiaro, è il titolare dell’omonima ditta individuale nonché rappresentante della “Gold Black srl”. Secondo l’accusa, avrebbe fatto parte dell’associazione dichiarando di avere effettuato forniture di gasolio ad uso agricolo nei confronti della “G&G s.r.l.”, in realtà mai eseguite, ma che la stessa falsamente dichiarava di avere regolarmente ricevuto accettando, attraverso il sistema di interscambio, i relativi e-Das emessi e nella contestuale emissione delle correlate fatture relative ad operazioni inesistenti. Attraverso tale meccanismo – recita il capo di accusa –  riusciva, di fatto, a cedere il prodotto petrolifero fuori dai canali ufficiali, vendendolo a terzi in assenza di titolo autorizzativo, realizzando così una totale evasione delle imposte dovute. 

Maxi frode sul commercio di carburante, 15 misure cautelari

Per gli altri quattro imprenditori agrigentini, come detto, è scattato l’obbligo di dimora e il divieto di esercitare impresa. Incardona, Falco, Sambito (tutti di Palma di Montechiaro) e Farruggia (di Raffadali) sono accusati di aver fatto parte dell’associazione in qualità di gestori dei depositi di prodotto energetico. Secondo l’impianto accusatorio, avrebbero ricevuto in consegna il carburante commercializzato dalla G & G s.r.l. e distratto dalla sua reale destinazione in tal modo consentendo all’associazione di ottenere l’indebito risparmio di imposta con correlativo danno a carico dell’Erario. 

Sulla scorta del quadro indiziario prospettato, il GIP del Tribunale di Catania, su richiesta della locale Procura, ha disposto altresì il sequestro preventivo di beni e attività finanziarie nella disponibilità degli indagati per un valore complessivo di circa 2 milioni di euro nonché di 6 depositi di stoccaggio di prodotti energetici coinvolti nel meccanismo fraudolento (5 in provincia di Agrigento e 1 in provincia di Palermo). 

GLI INDAGATI

Salvatore “Giovanni” Giuffrida, 41 anni, di Catania; Salvatore Gresta, 57 anni, di Catania; Andrea Russo, 47 anni, di Paternò; Marco Guarnaccia, 40 anni, di Catania; Pietro Giuseppe La Quatra, 34 anni, di Palma di Montechiaro; Marco Lo Cascio, 35 anni, di Partinico; Salvatore Incardona, 45 anni, di Palma di Montechiaro; Rosario Falco, 48 anni, di Palma di Montechiaro; Calogero Sambito, 64 anni, di Palma di Montechiaro; Alfonso Farruggia, 60 anni, di Raffadali; Salvatore Alabiso, 41 anni, di Gela; Rocco Ferracane, 55 anni, di Gela; Salvatore Chimenti, 66 anni, di Valledolmo; Gianluca Valuto, 43 anni, di Mascalucia; Carmelo Tripoli, 63 anni, di Raccuja. 

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