Giudiziaria

Frode nel commercio di carburante, 15 indagati tra imprenditori e autotrasportatori 

Tra gli indagati imprenditori e autotrasportatori agrigentini

Pubblicato 2 giorni fa

La procura di Catania ha notificato l’avviso di conclusione indagini nei confronti di quindici persone coinvolte in un’inchiesta che ipotizza l’esistenza di un’associazione a delinquere finalizzata alla sottrazione fraudolenta all’accertamento e al pagamento delle accise su prodotti energetici, emissione di fatture per operazioni inesistenti, frode in commercio e autoriciclaggio. Tra gli indagati ci sono imprenditori del settore e autotrasportatori. Cinque di loro sono agrigentini: si tratta di Giuseppe La Quatra, 34 anni, di Palma di Montechiaro; Salvatore Incardona, 45 anni, di Palma di Montechiaro; Rosario Falco, 48 anni, di Palma di Montechiaro; Calogero Sambito, 64 anni, di Palma di Montechiaro; Alfonso Farruggia, 60 anni, di Raffadali.

Due mesi fa tutti furono raggiunti da misure cautelari: La Quatra venne arrestato e posto ai domiciliari mentre per tutti gli altri era è scattato l’obbligo di dimora e la sospensione di esercitare attività di impresa per un anno. Giuseppe La Quatra, di Palma di Montechiaro, è il titolare dell’omonima ditta individuale nonché rappresentante della “Gold Black srl”. Secondo l’accusa, avrebbe fatto parte dell’associazione dichiarando di avere effettuato forniture di gasolio ad uso agricolo nei confronti della “G&G s.r.l.”, in realtà mai eseguite, ma che la stessa falsamente dichiarava di avere regolarmente ricevuto accettando, attraverso il sistema di interscambio, i relativi e-Das emessi e nella contestuale emissione delle correlate fatture relative ad operazioni inesistenti.

Attraverso tale meccanismo – recita il capo di accusa –  riusciva, di fatto, a cedere il prodotto petrolifero fuori dai canali ufficiali, vendendolo a terzi in assenza di titolo autorizzativo, realizzando così una totale evasione delle imposte dovute. Incardona, Falco, Sambito (tutti di Palma di Montechiaro) e Farruggia (di Raffadali) sono accusati di aver fatto parte dell’associazione in qualità di gestori dei depositi di prodotto energetico. Secondo l’impianto accusatorio, avrebbero ricevuto in consegna il carburante commercializzato dalla G & G s.r.l. e distratto dalla sua reale destinazione in tal modo consentendo all’associazione di ottenere l’indebito risparmio di imposta con correlativo danno a carico dell’Erario. 

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