Anziana scomparsa nel ragusano, genero condannato a 16 anni per omicidio
L'uomo aveva prelevato dal libretto dell'anziana 46.000 euro in contanti il giorno precedente la scomparsa
La Terza sezione della Corte d’Assise d’Appello di Catania ha confermato 16 anni di carcere per il 59enne Giuseppe Maurici, riqualificando il reato in omicidio volontario aggravato e condannandolo anche alla rifusione delle spese processuali in favore delle tre parti civili costituite e rappresentate dagli avvocati Enzo Trantino e Fabrizio Cavallo. Il fatto di cronaca riguarda uno dei delitti che per oltre un decennio era stato avvolto da una coltre di mistero. Una donna, Maria Di Martino che all’epoca aveva 79 anni ed aveva grandi difficolta’ a camminare da sola, era scomparsa nel nulla il 22 febbraio del 2005 da via Belle, a Ragusa. Le ricerche vennero avviate immediatamente ma la donna non venne mai ritrovata. Da sola non sarebbe mai stata in grado di allontanarsi, e per camminare aveva bisogno di un bastone e di essere sorretta.
Furono gli inquirenti a ricostruire attraverso una lunga serie di indizi che si concentravano attorno a Maurici – il genero – la ragione della scomparsa della donna e quindi il movente dell’omicidio. L’uomo aveva prelevato dal libretto dell’anziana 46.000 euro in contanti il giorno precedente la scomparsa. E poi una serie di altri elementi volti a depistare le indagini ed anche ad inficiarle. Dall’alibi che gli inquirenti delineano come falso servendosi dagli agganci alle celle telefoniche: dalle intercettazioni ambientali alle testimonianze emergerebbe una verita’ diversa da quella sostenuta da Maurici, assistito dagli avvocati Gino Ioppolo e Franco Ruggeri. Nella vicenda, c’e’ anche la soffiata di un amico che avvisava Maurici della presenza di cimici per le intercettazioni, nella sua autovettura.
La Suprema Corte aveva annullato la sentenza di condanna a 16 anni, accogliendo i motivi di doglianza di Maurici, ritenendola non adeguatamente motivata e rimandando gli atti ad altra sezione della Corte d’Appello di Catania. Ieri il pronunciamento della sentenza che conferma la condanna a 16 anni (in questo caso non e’ previsto dal sistema giuridico un incremento peggiorativo della pena) ma ha riqualificato il reato da omicidio preterintenzionale a omicidio volontario aggravato dal fatto che si trattava di una parente acquisita. Trenta giorni saranno necessari per le motivazioni. Il corpo della povera anziana non venne mai ritrovato. Nel 2015, a dieci anni dalla scomparsa della donna, che all’epoca aveva 79 anni, vennero riavviate le ricerche in un fondo agricolo a Santa Croce Camerina di proprieta’ del genero che originario di San Cono, viveva proprio a Santa Croce. La Squadra mobile di Ragusa assieme ai tecnici della Scientifica ed al nucleo cinofili non trovo’ pero’ alcuna traccia significativa nel terreno e nella struttura di una casa in costruzione.