Solo una nuova cultura fermerà la violenza di genere (foto)
La manifestazione, svoltasi presso la Fondazione Sciascia di Racalmuto, è stata condotta e moderata dall’avvocatessa Giusy Sintino
Partecipato evento, promosso da Ordine degli Avvocati, Associazione Giovani Avvocati, Arci Arcobaleno, presso la Fondazione Sciascia di Racalmuto, nel quale sono stati affrontati i vari profili della violenza di genere e della crescente necessità di tutelare le fasce deboli.
Relazioni qualificate dei vertici provinciali delle forze dell’ordine, con il questore Tommaso Palumbo e il comandante provinciale dei Carabinieri, Nicola De Tullio, dell’ordine forense, con l’avvocatessa Annalisa Russello, della sostituto procuratore della Repubblica di Agrigento, Gloria Andreoli, impegnata in prima linea sul contrasto ai reati contro le fasce deboli, della psicologa Rosalba Di Piazza, responsabile di una casa famiglia per donne in difficoltà, del dirigente generale della Polizia di Stato, Emanuele Ricifari, già questore di Agrigento e della senatrice Valeria Valente della Commissione parlamentare d’inchiesta sul femminicidio.
Ciascuno dal proprio peculiare punto di vista, ha evidenziato la drammaticità del fenomeno oggettivamente allarmante su un piano sociale, mediatico e culturale, descrivendo in dettaglio anche i tanti effetti pratici riscontrati nell’esercizio di funzioni ben delineate da una normativa sempre più stringente e accurata. All’aumento del numero di denunce e alla crescente attenzione mediatica, come ha sottolineato la dottoressa Andreoli, non corrisponde un incremento delle risorse umane e funzionali che possano far fronte alla tempistica del cosiddetto “codice rosso” e questa è la ragione per cui, nonostante gli enormi risultati sin qui raggiunti e rivendicati dall’autorità giudiziaria, occorre prevenire possibili residue storture. Alla tempestività degli interventi, alla maturata qualificazione e sensibilità del personale di tutte le forze dell’ordine, fa da contrappeso una necessaria appropriatezza e gradualità delle misure cautelari, non solo a tutela delle ragioni degli indagati, ma anche per favorire la piena correttezza dei successivi procedimenti penali.
Proprio le fasi processuali, come si è da più parti sottolineato, dovendo necessariamente ripercorrere i fatti subiti dalle donne vittime di violenza anche attraverso le personali testimonianze, mettono a dura prova le stesse, spesso per lunghi periodi.
Occorrono nuove risorse, percorsi normativi più snelli e più aderenti alle varie fattispecie di violenza, un costante aggiornamento e qualificazione di tutte le figure professionali che intervengono a tutela delle fasce deboli vittime di reati di genere. Proprio a questo mira l’apposita commissione parlamentare bicamerale, come ha sottolineato nella sua relazione la senatrice Valente del Partito Democratico, membro della commissione stessa. Occorre conoscere e saper raccontare bene il fenomeno, come ha sottolineato il dirigente generale di PS Ricifari, già questore di Agrigento e quale coautore di varie pubblicazioni sul tema a cura del Ministero dell’Interno, anche dal suo nuovo osservatorio romano, non trascurando i risultati sin qui raggiunti nel contrasto alla violenza di genere e verso le fasce deboli.
Ma ciò che veramente occorre, e in questo tutti hanno concordato, è una rivoluzione culturale con cui si contrasti la violenza contro la donna e ogni genere di violenza: dall’inappropriatezza del linguaggio, ad atteggiamenti prevaricatori che, anche tra gli adolescenti e nelle comunità a noi più prossime, finiscono con il favorire l’incremento di fenomeni violenti anche nelle fasce di età più giovani, e possono preludere ai fatti più gravi o addirittura drammatici, di cui le cronache sono pieni. In tal senso l’appello della presidente Arci Arcobaleno, Angela Martorana, condiviso da tutti i presenti.
La manifestazione, condotta e moderata dall’avvocatessa Giusy Sintino, è stata arricchita da momenti artistici e musicali, e dalla proiezione del cortometraggio “Sono solo mia”, per la regia di Marco Gallo, a cura del Coa e del Cpo di Agrigento.