Voto di scambio: Marchese si dimette da consigliere comunale
L'avvocato difensore Salvo Pace ha annunciato ricorso al Tribunale del riesame.
Matteo Marchese si è dimesso da consigliere comunale a Misterbianco: lo ha annunciato lui stesso durante l’interrogatorio di garanzia che si è svolto davanti al gip di Catania, Anna Maria Cristaldi, alla presenza del suo legale, l’avvocato Salvo Pace, e della pm Raffaella Vinciguerra. Marchese ieri è stato arrestato per voto di scambio da carabinieri del Ros nell’ambito dell’inchiesta Mercurio della Dda etnea sulla ‘famiglia’ di Cosa nostra, Santapaola-Ercolano.
L’avvocato Pace ha annunciato ricorso al Tribunale del riesame. Al centro dell’interrogatorio la sua conoscenza e frequentazione con uno degli indagati, Domenico Colombo, che, secondo l’accusa, per le amministrative a Misterbianco del 2021, sarebbe stato l’affiliato al clan che avrebbe fatto da tramite con l’organizzazione mafiosa per ottenere dei voti. Marchese ha definito Colombo, che conosceva dal 2011, un millantatore, che si vantava di avere molti voti, ma ha precisato, “io avevo un mio bacino di elettori e nei quartieri dove lui sosteneva di portarmi delle preferenze, come a Lineri o a Monte Palma, non ho mai preso più di 10-12 voti, che erano i miei”.
Marchese ha sottolineato di non sapere delle sue presunte frequentazioni con ambienti mafiosi, e che ha scoperto la sua parentela con la famiglia Santapaola quando si doveva organizzare il suo matrimonio. E alla domanda della pm Vinciguerra se non lo avesse allontanato dopo averlo appreso, Marchese ha risposto “no, perché non ho fatto mai nulla di male e ho continuato a non farlo“. Marchese ha parlato anche della sua conoscenza con Antonino Bergamo, già condannato perché ritenuto uomo di fiducia del boss Aiello, legata a due passioni tra loro condivise: il calcetto e la caccia, e Bergamo, ha ricordato Marchese, era in possesso di regolare porto d’armi. Quando è venuto a conoscenza dei suoi contatti con affiliati non lo ha allontanato, ha sostenuto, per lo stesso motivo adottato per Colombo: non aveva fatto alcunché di male.