Apertura

Operazione “Mercurio”: la politica nel fango

Le indagini dei carabinieri del Ros mostrano un inquietante spaccato di malcostume e uno scarso senso civico

Pubblicato 22 minuti fa

L’indagine Mercurio dei carabinieri del Ros, coordinata dalla Dda di Catania, ha fatto luce sulla capacità della famiglia Santapaola Ercolano di “penetrare all’interno della pubblica amministrazione per coltivare i propri interessi economici nel settore degli appalti pubblici”.

In questo senso, scrive la Procura di Catania, sarebbero “documentate relazioni tra i vertici del gruppo del Castello Ursino ed esponenti della politica locale e regionale, come Giuseppe Castiglione”. Sempre dalle indagini del Ros, ricostruisce la Procura, “sarebbe emerso a livello di gravità indiziaria, in epoca prossima alle consultazioni elettorali per l’Assemblea Regionale Siciliana, avvenute il 15 ottobre del 2022, un accordo tra i vertici dell’articolazione mafiosa dei Santapaola Ercolano, individuati dalle indagini in Ernesto Marletta, Rosario Bucolo e Domenico Colombo, e Giuseppe Castiglione, quale candidato della lista Popolari e Autonomisti per l’A.R.S., che, in quel periodo, era già presidente del Consiglio Comunale di Catania”.

“In particolare – contesta l’accusa – l’accordo risultava intermediato da Coco Giuseppe e, sulla base dello stesso, secondo quanto ricostruito da questo Ufficio sulla base degli indizi ritenuti gravi dal Giudice, Castiglione avrebbe accettato la promessa di voti, promettendo a sua volta la realizzazione degli interessi della predetta associazione mafiosa, tra gli altri l’affidamento di lavori pubblici e servizi pubblici connessi alla gestione del Cimitero di Catania. Castiglione risulterà poi eletto a deputato dell’Ars ed in seguito sarà componente della Commissione d’inchiesta e vigilanza sul fenomeno della mafia e della corruzione in Sicilia dell’Ars”.

Fatta luce in particolare sulla capacità del gruppo criminale, spiega il Gip, di “penetrare all’interno della pubblica amministrazione al fine di coltivare i propri interessi economici nel settore degli appalti pubblici”:

Documentate le relazioni tra i vertici mafiosi ed esponenti della politica locale e regionale, quali Matteo Marchese e appunto Castiglione.

In particolare le risultanze investigative avrebbero fatto emergere che nelle elezioni amministrative per il Comune di Misterbianco dello scorso 24 ottobre 2021, Marchese, quale candidato della lista Sicilia Futura, avrebbe accettato la promessa di voti procurati dalla famiglia mafiosa Santapaola-Ercolano-Colombo Domenico, in cambio della promessa di soddisfare gli interessi economici nel settore lavori pubblici dell’associazione mafiosa. Marchese poi risulterà eletto a quale consigliere comunale.

Secondo l’accusa, nelle elezioni amministrative per il Comune di Misterbianco del 24 ottobre del 2021, “Marchese, quale candidato della lista Sicilia Futura, avrebbe accettato la promessa di voti procurati dalla famiglia mafiosa Santapaola-Ercolano, tramite Domenico Colombo, in cambio della promessa a soddisfare gli interessi economici, nel settore lavori pubblici, dell’associazione mafiosa”.

Parallelamente l’attività investigativa dei carabinieri del Ros, coordinate dalla Dda di Catania, sulla famiglia mafiosa di Ramacca, avrebbe “individuato gli uomini di assoluta fiducia di Pasquale Oliva, deputati, sulla base dei gravi indizi raccolti, al mantenimento del controllo del territorio di rispettiva competenza e alla cura degli interessi economici del sodalizio mafioso”. Tra questi, ricostruisce la Dda, “Vincenzo Rizzo, che avrebbe il ruolo di organizzatore per il territorio di Palagonia e Ramacca”. “In questo contesto – accusa la Procura di Catania – sarebbe emersa la capacità della famiglia mafiosa di Ramacca di condizionare l’esito delle consultazioni elettorali amministrative per il comune di Ramacca, avvenute l’11 ottobre del 2021, in forza del patto stabilito tra gli affiliati, Antonio Di Benedetto e Salvatore Mendolia e i candidati a sindaco Nunzio Vitale e a consigliere comunale Salvatore Fornaro, entrambi con la lista Ramacca costruiamo una bella storia”. L’accordo, sempre sulla base dei gravi indizi raccolti, contesta la Dda, “avrebbe previsto l’impegno da parte degli affiliati di procurare voti a favore dei due politici in cambio dell’affidamento di lavori pubblici a ditte segnalate dalla stessa associazione mafiosa”. Ma non solo, sottolinea la Procura, “l’accordo avrebbe anche avuto come oggetto la carriera politica del Fornaro che, poiché strettamente legato a Di Benedetto, gravemente indiziato di essere componente dell’associazione mafiosa, doveva essergli garantita dalla sponda politica un ruolo strategico all’interno dell’amministrazione comunale”. Vitale sarà eletto sindaco e Fornaro consigliere e poi vicepresidente del Consiglio comunale.

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *