Ravanusa, furti di rame con sparatoria: “Banda spregiudicata”
Riprende il processo, davanti la prima sezione penale del Tribunale di Agrigento presieduta da Alfonso Malato, a carico di una presunta banda composta da sei persone che – nell’estate 2014 – si sarebbe resa protagonista di furti violenti di rame, a volte anche con sparatorie e lanci di pietre contro le forze dell’ordine, tra Ravanusa […]
Riprende il processo, davanti la prima sezione penale del Tribunale di Agrigento presieduta da Alfonso Malato, a carico di una presunta banda composta da sei persone che – nell’estate 2014 – si sarebbe resa protagonista di furti violenti di rame, a volte anche con sparatorie e lanci di pietre contro le forze dell’ordine, tra Ravanusa e Campobello di Licata.
Questa mattina, chiamato a testimoniare dal pubblico ministero Paola Vetro, è comparso un maresciallo che, nel periodo in questione, ricopriva il ruolo di vice comandante della stazione di Ravanusa. Per oltre un’ora il sottufficiale dell’Arma ha ricostruito le origini dell’indagine e come si è giunti all’identificazione della banda: “Sono stati diversi esposti a segnalarci l’esistenza di un gruppo che razziava intere campate di cavi in rame. Agivano in maniera spregiudicata nonostante già avessero avuto problemi con la legge. In più occasioni non hanno esitato a lanciare contro i carabinieri sassi (in una occasione un militare rimase ferito in maniera lieve)o sparare colpi di arma da fuoco (in uno di questi conflitti a fuoco rimase ferito, cadendo, una guardia giurata). Abbiamo messo sotto controllo le auto che ritenevamo a disposizione del gruppo e intercettato le utenze telefoniche. Documentati anche alcuni casi in cui la merce rubata, che spesso ha causato l’interruzione del servizio elettrico per molti giorni in quelle zone, veniva rivenduta ad alcune attività commerciali gestite da rumeni e agrigentini.”
Le indagini, ha raccontato il maresciallo, hanno preso spunto anche da un furto di armi avvenuto nel giugno 2014 in via Sturzo a Ravanusa.